«Strage di multe a Firenze»: Renzi ai ferri corti con Nardella. Ma c’entra il congresso del Pd
Fiorentini contro, e solo Dio sa cosa significhi. A maggior ragione se uno dei due è Matteo Renzi che di Firenze fu sindaco e presidente di provincia. L’altro contendente è invece l’attuale primo cittadino Dario Nardella, che del primo fu seguace e delfino quando insieme erano militanti dem. Poi le strade si sono divise: Renzi ha fondato Italia Viva per conficcarla nel costato del Pd mentre Nardella è rimasto nel vecchio partito. Da allora qualche rara punzecchiatura e qualche parola rimasta sulla punta della lingua, ma niente di più. Fino alla svolta odierna, propiziata da quella che il vecchio sindaco ha definito una «esplosione di multe» che ha scosso Firenze «negli ultimi tre mesi». Calcolare per credere: «Più 620 per cento», lamenta Renzi.
Renzi attacca il sindaco: «I cittadini non sono il tuo bancomat»
Un eccesso di severità che a suo giudizio «non ha alcuna ragione legata alla sicurezza stradale», ma più prosaicamente solo «al bisogno di fare cassa». E qui Renzi diventa un fiume in piena: «L’idea di una pubblica amministrazione borbonica che fa cassa con i problemi dei cittadini è inaccettabile. Non si può governare con un atteggiamento in cui il cittadino, specie in un momento di crisi come questo, fa da bancomat alla città». Chiaro, no? L’impressione, tuttavia, è che multe, obblighi e divieti c’entrino ben poco in questa disfida fiorentina. Sicuramente meno del congresso del Pd. Nardella vorrebbe candidarsi. E, a detta di Renzi, per legittimarsi deve distanziarsi da lui.
E su Letta: «Ha fatto carriera solo grazie a me»
«Me lo ha detto chiaramente l’altro giorno quando è venuto a casa mia a parlare con me – ha rivelato l’ex-Rottamatore -. Ha bisogno di litigare con me per un motivo molto semplice: perché se uno litiga con Renzi come minimo nel Pd lo fanno segretario nazionale». E allora va bene anche il Codice della Strada. Sfida subito accettata dal leader di Italia Viva, che sulla «strage di multe» ha indetto persino una conferenza stampa ad hoc. Senza ovviamente dimenticare la causa vero del wrestling inscenato dal sindaco in carica. «Siccome c’è il congresso, Nardella deve far vedere che litiga con me. Non sarà né il primo né l’ultimo di quelle persone che hanno lavorato una vita con me, che in qualche modo hanno avuto riconoscimenti anche grazie a me». E qui Renzi assesta la stoccata finale, micidiale al pisano Enrico Letta: «Ha fatto carriera solo perché ha litigato con me». Maledetti toscani