Stupro alla Garbatella, il cerchio si stringe: in mano agli inquirenti parte di un guanto e un telefonino
Stupro alla Garbatella, da venerdì sera, quando un uomo che le testimonianze descrivono come alto, magro e dalla carnagione olivastra, (forse un maghrebino) ha rapinato. Picchiato e violentato una 44enne mentre saliva in auto in Via Valignano, l’intero quartiere vive in apprensione. Sotto choc, col fiato sospeso. Le donne, giovani e meno che possano essere, hanno paura ad uscire da sole dopo il tramonto e lo stato di allerta e diffidenza è sempre più palpabile, a ogni ora che passa. Intanto, però, le indagini vanno avanti: forti di acquisizioni e riscontri che potrebbero significare che l’autore della feroce aggressione ha le ore contate.
Stupro alla Garbatella, il cerchio si stringe intorno all’aggressore
Il cerchio si stringe intorno all’uomo «dal giubbotto rosso». Sì, perché così lo hanno descritto le amiche della vittima, le prime a soccorrerla, che lo hanno intercettato casualmente mentre l’aguzzino si stava aggirando per la Garbatella dopo avere messo i guanti. Un segnale che ha destato i sospetti che potesse essere qualcuno in procinto di delinquere. Magari semplicemente intenzionato a rubare senza lasciare tracce. Un particolare che fornirebbe un primo sostanziale riscontro per gli inquirenti al lavoro sul caso. Inquirenti che – non a caso – hanno rinvenuto proprio all’interno dell’abitacolo – divenuto scena del crimine – ciò che il Messaggero oggi definisce «gli elementi destinati a facilitare il lavoro di Procura e polizia».
Due importanti indizi nelle mani degli inquirenti
Nella vettura, infatti, gli inquirenti hanno rinvenuto sia un pezzo dei guanti in lattice indossati dal violentatore – che spiega il Dna e le impronte già in possesso degli investigatori –. Sia uno smartphone di ultima generazione che gli investigatori hanno già accertato non appartenere alla vittima. Il telefono era sul sedile dell’auto, dove potrebbe essere scivolato dalle tasche dell’aggressore intento a immobilizzare la vittima che si divincolava con tutta la forza la forza per sfuggire alla sua morsa. Ora, dunque, agli inquirenti resta solo da verificare – e le indagini sono in corso – se il telefono possa appartenere realmente al ricercato o, in seconda istanza, se sia il provento di un furto commesso in zona, o altrove.
Stupro alla Garbatella, gli inquirenti cercano tra senzatetto e tossicodipendenti in zona
Va da sé che, qualora lo smartphone dovesse appartenere all’aggressore, tracciare il telefono e i suoi movimenti potrebbe imprimere un’accelerata alle ricerche dell’uomo. Ricerche che, nel frattempo, proseguono senza sosta. Specialmente, come scrive il quotidiano capitolino, in «tutti gli ambienti frequentati da senzatetto e tossicodipendenti nell’area. E dunque, dal binario morto di Via Ostiense, al sottopasso di Via Cilicia. Ma, nel frattempo, dalla consultazione delle banche dati Afis potrebbe spuntare il coup de theatre: qualora il Dna e/o le impronte digitali del ricercato collimassero con quelle di qualche pregiudicato». Non solo. Nei pressi di Via Valignano, girato l’angolo su Via Padre Semeria, c’è un centro commerciale. Un punto strategico in cui le cui telecamere su strada potrebbero aver registrato il passaggio dello stupratore. L’uomo più ricercato del momento a Roma. Che potrebbe essere assicurato alla giustizia nel giro di breve.