Vergogna Saviano contro Gennaro Sangiuliano: lo squallido tweet contro il neo ministro della Cultura
Mancava solo Roberto Saviano nell’isteria collettiva di coloro che a sinistra hanno sputato veleno contro il nuovo governo. Il tweet squallido contro, Gennaro Sangiuliano è forse uno dei punti più bassi raggiunti da chi ha commentato col pennino intinto nella bile il giuramento del nuovo governo Meloni. Il neo ministro della Cultura manda ai matti una sinistra che considera le istituzioni culturali cosa propria. “Sangiuliano, mediocre giornalista, biografo di Putin, per questo post mi querelò”, scrive lo scrittore di Gomorra rivendicando un suo precedente tweet grondante odio dell’epoca in cui Sangiuliano prese le redini del Tg2. “La storia e la fame atavica di Genny ‘o ministro mi hanno dato ragione”, scrive Saviano nel suo commento. Non pago, per concludere aggiunge: “Era facile immaginare: in questo Paese l’unico merito è servire, con buona pace del neoministro della cultura e del merito“.
Lo squallido tweet di Saviano: “Sangiuliano mediocre giornalista”
Il buon senso e l’equilibrio sono scomparsi e rimane il via libera all’insulto senza freni inibitori. Saviano è abituato e contro Sangiuliano scatena tutto il suo livore. Contro il neo ministro e attuale direttore del Tg2 Saviano ha avuto già modo di esplicare tutta la sua rabbia, appunto, dopo la sua nomina alla guida del Tg Rai. Era il 2018. Oggi rincara la dose con un commento che più squallido non si può. Sangiuliano non ha certo bisogno dell’imprimatur di chi scrive roba simile. Scrittore, letterato, una carriera giornalistica prestigiosa, può vantare anche una brillante carriera accademica. Ma il punto è uno solo: tutto questo, tutti i libri che ha scritto, alla sinistra non basteranno mai. Si potrà anche vantare il curriculum più blasonato del mondo, ma se non sei uno della loro “cerchia”, ti relegano nell’ambito della mediocrità.
Il livore di Saviano contro Sangiuliano e la gaffe sul ministero
Saviano si vanta- e non dovrebbe- di quel vergognoso commento che scrisse contro l’approdo di Sangiuliano alla direzione del Tg2. Lo ripropone tale e quale: “Peggio non si poteva. Sangiuliano, caso esemplare: nominato vicedirettore del Tg1 con Silvio Berlusconi e…”. Seguiva e una sequela di insulti contro i quali a buon diritto si beccò una querela. Era l’ottobre del 2018. A distanza di anni vedere Sangiuliano giurare davanti al Capo dello Stato lo ha messo ko. Un tweet velenoso, acido. Non che ci si possa aspettare di meglio da chi ha dato della “bastarda” pubblicamente alla Meloni, per poi fare il martire. Poi piagnucolando se l’attuale premier, allora, querelò. Alle bassezze di Saviano non c’è fine. Il suo livore va talmente oltre, che la trance agonistica lo porta anche a fare confusione: Gennaro Sangiuliano è ministro della Cultura. È Giuseppe Valditara, semmai, il ministro del Merito (e dell’Istruzione), sa cui fa riferimento il tweet. Saviano voleva trovare la clausola a effetto, ma l’unico effetto è quello di entrare nella schiera dei più livorosi di sempre.