Violenza in carcere: detenuto tunisino colpisce un agente con pugni e colpi di scopa
Altri episodi di violenza in carcere. Un poliziotto penitenziario è stato aggredito e ferito da un detenuto nell’Istituto penale per minorenni di Palermo. Dopo avergli bloccato entrambe le mani, lo ha pure picchiato. Poche ore prima un altro grave episodio. All’interno del Reparto detentivo Sai (centro clinico), un detenuto tunisino – trasferito a Pisa per aver creato disordini in un altro Istituto – ha aggredito un agente. Prima gli ha dato un pugno in faccia. Poi l’ha colpito con un bastone della scopa. Il poliziotto, portato in pronto soccorso, ha riportato ferite guaribili in 21 giorni.
Violenza in carcere, la rabbia della polizia penitenziaria
A darne notizia è Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sappe. «Ancora una volta dobbiamo segnalare l’ennesimo episodio di aggressione. La carenza di organico nel carcere pisano», spiega, «non è più tollerabile. La casa circondariale è un Istituto di primo livello impegnato in modo costante nella gestione di detenuti problematici e psichiatrici».
Recrudescenza degli eventi critici
«Cambiano i ministri ma non cambia l’indifferenza verso la violenza in carcere che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria», gli fa eco Donato Capece, segretario generale del Sappe. «Importante e urgente è prevedere un nuovo modello custodiale. È infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica e il regime penitenziario “aperto”, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive».
«Confidiamo nel governo che verrà»
«Non è certo lasciandoli ore a far nulla che si favoriscono condizioni di trattamento e rieducazione», incalza Capece. «Confido che nel Governo che verrà venga individuata una persona per la Giustizia che non trascuri la situazione nelle nostre carceri. I nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie».