Zelensky: «Posso solo parlar bene del governo italiano appena insediato, è al nostro fianco»
«Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato, nessuna impressione negativa». A mettere una pietra tombale sulle polemiche innescate dalla sinistra rispetto al posizionamento italiano nei confronti di Kiev è direttamente Volodymyr Zelensky, che in una lunghissima intervista al Corriere della Sera ha riferito anche il tenore e parte del contenuto della telefonata intercorsa con Giorgia Meloni. Un colloquio che il presidente ucraino ha commentato sottolineando che «non vedo come l’Italia possa diventare nel prossimo futuro il cavallo di Troia della Russia».
Zelensky racconta la telefonata con «Giorgia»
«Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa», ha spiegato Zelensky a Lorenzo Cremonesi, che lo ha intervistato «per circa un’ora nel suo ufficio protetto da sacchetti di sabbia e cavalli di frisia nel centro della capitale ucraina». L’alleanza cui ha fatto riferimento il presidente ucraino è «in genere nell’Unione europea. E ora – ha aggiunto – la nuova premier è pienamente coinvolta nella discussione a Bruxelles per inviarci un pacchetto di nuovi aiuti militari, mi sembra tutto positivo».
«Continueremo a migliorare le relazioni con l’Italia»
Nessun dubbio sul fatto che l’Italia e gli italiani sono e saranno al fianco del popolo ucraino nemmeno rispetto alla grancassa suonato intorno agli audio rubati di Berlusconi o alle presunte tentazioni filo-russe di Salvini. Zelensky non ha offerto sponde alle polemiche interne, smontando da Kiev gli allarmi che taluni hanno voluto montare da Roma. «Vedo che il popolo italiano sostiene davvero l’Ucraina», ha detto, soffermandosi poi diffusamente sulla telefonata con Meloni. «”Giorgia? Volodymyr chiamami Giorgia!” Mi ha risposto dopo che io l’avevo chiamata per nome, è andata proprio così, subito. È stata diretta e personale», ha raccontato Zelensky. «Con Draghi il livello delle nostre relazioni bilaterali aveva fatto un salto in avanti e ora – ha spiegato – continueremo a migliorarlo: le ho detto questo e lei mi ha risposto che certamente era anche la sua volontà, che non intende distruggere nulla di ciò che è stato costruito».
Il presidente ucraino invita Meloni a Kiev: «Mi ha detto che verrà»
«Con Giorgia abbiamo condiviso gli stessi concetti e non vedo come l’Italia possa diventare nel prossimo futuro il cavallo di Troia della Russia. L’ho invitata a Kiev e lei ha replicato che verrà. Certo ci sono rischi, ma non credo che al momento dipendano da noi, siamo aperti e onesti con l’Italia. Ringraziamo per gli aiuti ricevuti, tengo a dire che sono molto rilevanti. All’inizio erano rapporti complicati, poi i rappresentanti italiani sono venuti a Kiev, hanno verificato le conseguenze dell’aggressione militare e hanno capito. Non serve molto, basta vedere che cosa è capitato per stare dalla nostra parte. Sono i russi che ancora non vedono e non capiscono l’evidenza della verità». Zelensky quindi è tornato a chiedere «difese antiaeree, per noi è vitale».
L’appello di Zelensky all’Europa a non cedere al ricatto russo del gas
E a una domanda su come spiegherebbe a un imprenditore italiano che deve pagare per la difesa dell’Ucraina e tagliare con Mosca, mentre il prezzo del gas va alle stelle, Zelensky ha risposto che «non c’entra con noi. Mosca nel passato ha già usato l’arma dell’energia, detesta che voi europei possiate diventare indipendenti dal gas russo». «Se cadete vittime del ricatto russo oggi spenderete meno, ma nel futuro – ha detto – a farne le spese saranno i vostri figli. Paghiamo tutti un prezzo per la nostra libertà, altrimenti sarà Putin a dettare le regole».
«Ho sempre voluto parlare, ma non con una pistola puntata alla tempia»
Quanti a eventuali timori che l’Europa oggi possa dimostrarsi meno determinata nei confronti della Russia, il presidente ucraino ha chiarito che «noi abbiamo smesso di avere paura il 24 febbraio e abbiamo iniziato a combattere per difenderci». «Non abbiamo il tempo per avere paura», ha spiegato, chiarendo che «io ho sempre voluto parlare, ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin». «Non è nelle mie mani – ha aggiunto – di fermare la guerra: ciò che posso fare è non perderla, combattere per difendermi». La Russia, ha aggiunto Zelensky, «tratterà solo quando avrà capito che non può vincere militarmente», mentre «noi siamo sempre pronti a negoziare». Dunque, per arrivare alla pace secondo il presidente ucraino, sarà necessario «isolare la Russia e batterla in battaglia».
«I russi vogliono spaventare»
«I russi vogliono spaventare, intimidire, possono preparare una provocazione», ha poi detto a proposito delle illazioni di Mosca sul fatto che Kiev potrebbe usare una bomba sporca. «Potrebbero colpire infrastrutture nelle centrali nucleari per poi dire che in quel luogo si stava producendo materiale atomico. Mosca cerca giustificazioni», ha sottolineato Zelensky, insistendo sulla presenza di ispettori internazionali alla centrale atomica di Zaporizhzhia e negli altri impianti del Paese. «Se la Russia ha deciso di usare l’atomica lo farà, indipendentemente da ciò che avviene sul campo di battaglia. Da qui – ha detto – l’importanza delle pressioni della comunità internazionale».