Zingaretti non ci fa sapere quando si vota ma continua a firmare nomine alla Regione Lazio
Con Nicola Zingaretti ancora seduto sulla poltrona della Regione Lazio, nonostante l’elezione in Parlamento, capire quando si vota è diventato quasi un mistero. “Il suo il fallimentare mandato è ormai concluso, ma Zingaretti continua a rinviare le dimissioni – osserva Fabrizio Ghera di FdI – e si prende altro tempo per varare una sequenza di nomine in extremis, fatte spesso con modalità discutibili, in molti settori dell’Amministrazione Regionale: dalla Sanità ai Rifiuti all’Agricoltura, dal Turismo alla Transizione Ecologica, all’area Provvedimenti Disciplinari. Una strategia volta a piazzare dirigenti amici in posizioni nevralgiche, per un dopo elezioni che potrebbe vederli all’opposizione”.
Ghera (FdI) attacca: “Anziché premiare la competenza, Zingaretti piazza i suoi”
“L’utilizzo improprio dei poteri istituzionali – prosegue il capogruppo FdI alla Regione Lazio – per finalità di partito, anteposte alle istanze reali e urgenti dei cittadini del Lazio, è una costante del suo doppio mandato. Invece di premiare la competenza ha promosso in ruoli di vertice suoi uomini e questo ha generato vicende dannose per le finanze e per l’immagine della Regione Lazio – denuncia – come la concorsopoli e lo scandalo mascherine,ma anche molteplici e onerose cause perse dagli avvocati regionali”.
Quando si vota alla Regione Lazio? L’indiscrezione sulla data di domenica 5 febbraio
Nomine che nei giorni scorsi ha denunciato anche Laura Corrotti, consigliere regionale laziale di Fratelli d’Italia. In particolare “la proroga per altri tre anni del Presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio (Di.Sco. Lazio), avvenuta in barba alla normativa vigente. Infatti la legge regionale istitutiva dell’Ente prevede che la nomina sia fatta “previo parere della commissione consiliare competente in materia”, ovvero della commissione scuola, che non è stata mai convocata per esprimersi nel merito. Per non farsi mancare nulla sono in arrivo le nomine di alcuni direttori dei Parchi e si vocifera anche di Direttori ASL. Insomma adesso è ben chiaro a tutti il perché Zingaretti non si sia ancora dimesso: fare nomine e approvare un collegato di bilancio, utile solo per fare accordi in funzione del campo largo, come chiarito anche dalla stessa Lombardi. Siamo senza parole, noi. E senza vergogna, lui”.
Fonti del Partito democratico intanto riferiscono a Il Giornale che il governatore Nicola Zingaretti (neo eletto alla Camera) ressegnerà le proprie dimissioni il 4 novembre e, a quel punto, trascorreranno circa tre mesi prima delle votazioni. La data ipotizzata per il voto, dunque, sembra essere il prossimo 5 di febbraio.