Anche Lamorgese voleva una norma anti-rave: “Come in tutta Europa…”. Pd e M5S in silenzio
Adesso tace, opportunamente, visto che il centrosinistra s’è lanciato all’assalto della stessa norma anti-rave che lei aveva sollecitato appena un anno fa, dopo i disastri del party di Viterbo. L’ex ministro Luciana Lamorgese, incapace di gestire l’invasione di giovinastri da tutta Europa, che trovavano nelle maglie delle leggi italiane i varchi per infilarsi, in una lunga intervista al Messaggero, tutt’ora presente sul sito del Viminale in un video di rassegna stampa, un anno fa si espresse più o meno come l’attuale ministro Piantedosi sulla necessità di uniformarsi alla “tolleranza zero” in vigore in quasi tutti i paesi europei. E il Pd e il M5S? Zitti e buoni, nessun allarme fascismo. Poi, per fortuna, non ci fu il tempo di farla…
Lamorgese in favore della norma anti-rave: ecco cosa disse
Nell’intervista rilasciata il 7 novembre del 2021 al Messaggero la responsabile del Viminale si difese dalle accuse di Salvini e Meloni su Viterbo e Torino invocando proprio un intervento legislativo: “I rave party si sono sempre svolti. Solo nel 2018 ci sono stati almeno una cinquantina di raduni clandestini, dalla centrale di Montalto di Castro alla fabbrica ex Viberti di Nichelino. E come è stato osservato in più occasioni, le leggi in vigore non ci mettono in condizione di contrastare questi grandi rave illegali come avviene in altri Paesi d’Europa dove le norme sono più severe. Sono consapevole del senso di preoccupazione che questo fenomeno determina nell’opinione pubblica, sia per i comportamenti illegali connessi all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, sia per i riflessi sulla possibile diffusione dei contagi”.
“Serve un intervento normativo urgente”
Il ministro Lamorgese, sotto accusa per l’eccesso di tolleranza, si disse convinta che la colpa fosse del vuoto legislativo ma sollecitò anche misure eccezionali, alludendo alle intercettazioni. “Sono convinta che serva un intervento normativo per rafforzare il sistema di prevenzione e contrasto. Il ministero dell’Interno sta lavorando ad un’ipotesi di fattispecie criminosa che consenta di disporre la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari per l’organizzazione dell’intrattenimento e che preveda l’obbligo del ripristino dei luoghi». Infine, “sul piano preventivo, potremmo introdurre la possibilità di ricorrere ad altri strumenti investigativi, come già avviene per diversi reati di particolare gravità. Tutto questo per allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei, nei quali, evidentemente, oggi gli organizzatori dei rave party rischiano molto di più”, furono gli argomenti del ministro Lamorgese in quel governo Draghi sostenuto, allora, dal Pd e dal M5S, i principali accusatori, oggi, del decreto del governo Meloni.