“Armi a Kiev fino a dicembre 2023”: passa la mozione di maggioranza alla Camera e Conte esplode
Sulla questione dell’invio di armi in Ucraina la mozione del Movimento 5 Stelle — su cui il governo aveva espresso parere contrario — è stata respinta dalla Camera con 193 no, 46 sì e 75 astenuti. Via libera, invece, alla mozione unitaria del centrodestra: parti del documento, che contiene tra l’altro l’ok a proseguire con l’invio delle armi a Kiev, sono state votate anche dall’opposizione. Approvate anche la mozione del Partito democratico e quella di Azione-Iv. Ad esclusione dell’impegno che prevedeva di «proseguire senza riserve l’attività di sostegno, economico e militare, a Kiev e al popolo ucraino; in continuità con le azioni intraprese ed i provvedimenti adottati dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, anche mediante l’invio di nuovi equipaggiamenti bellici, tenendo opportunamente informato il Parlamento sulle decisioni che si intenderanno assumere». I testi di dem e Terzo polo sono passati con votazioni per parti separate, con un gioco di astensioni incrociate tra maggioranza e i gruppi proponenti.
La mozione del centrodestra sulle armi a Kiev
La mozione del centrodestra – riepiloga un lungo servizio del Corriere della Sera on line- impegna il governo «a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina. Nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022, numero 14». E «ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del Pil entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale».
Conte furioso, gli risponde Crosetto
Una furia Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento 5 Stelle è intervenuto alla Camera cn le sue solite accuse aggressive nei confronti del governo Meloni: “Se il governo vuole perorare questa linea guerrafondaia – armi a oltranza e zero negoziati – non si nasconda, venga in Parlamento a dirlo, venga a metterci la faccia”.Intanto da Bucarest, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine della ministeriale Nato, ha assicurato: «Presto il ministro della Difesa Crosetto porterà in Consiglio dei ministri il decreto per prorogare i tempi delle decisioni già adottate che scadono il 31 dicembre per un’eventuale fornitura di mezzi militari all’Ucraina, naturalmente sempre previo passaggio parlamentare».
Crosetto a Conte: i decreti presi dal precedento governo
Risponde Crosetto alle lagne di Conte, rispedendo le accuse al mittente: “Il governo, in particolare il ministero della Difesa, sta dando esecuzione a cinque decreti presi dal precedente governo il cui principale esponente e partito era quello di Conte” . Ancora più esplicito: “Fino ad oggi ogni cosa che è partita dall’Italia e che partirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per essere consegnata in Ucraina, viene fatta da questo governo in esecuzione di scelte prese dal precedente governo: dove Conte rappresentava il maggior partito di maggioranza. Per cui ogni cosa che viene criticata da Conte, dovrebbe rivolgerla a se stesso”.