Berlato: «Bene lo stop europeo alle aziende estere sovvenzionate, più equità per le nostre imprese»
«Oggi al Parlamento Europeo abbiamo approvato la legge per garantire che le aziende non europee rispettino le nostre regole in tema di sovvenzioni. Questo garantisce un regime di concorrenza più equo e permette di meglio tutelare le nostre imprese», lo scrive in una nota l‘europarlamentare di FdI Sergio Berlato.
La normativa approvata dall’Europarlamento
«La normativa – spiega – incarica la Commissione di stabilire se le sovvenzioni eventualmente ricevute siano distorsive e, in caso, di applicare misure per evitare che le imprese sovvenzionate o quelle che beneficiano di finanziamenti a basso costo approfittino del vantaggio competitivo sulle imprese dell’Ue nella concessione di appalti pubblici. Attualmente non esiste un regime che regoli il sostegno concesso dai Paesi terzi alle aziende, mentre i Paesi Ue sono vincolati da norme rigorose in materia di aiuti di Stato. È un lavoro che abbiamo portato avanti in commissione Commercio Estero e che finalmente è stato approvato dall’Eurocamera».
Berlato: «Il lavoro di FdI in Europa tutela le nostre imprese»
«Il lavoro di Fratelli d’Italia in Europa – puntualizza l’europarlamentare – tutela le nostre imprese. Lo strumento proposto contro le sovvenzioni estere distorsive (Ifs) consente alla Commissione europea di indagare sulle sovvenzioni concesse da autorità pubbliche non Ue a società operanti nell’Ue. Se le sovvenzioni sono distorsive e creano un vantaggio sleale rispetto alle imprese dell’Ue, la Commissione può applicare misure correttive ed evitare che, ad esempio, le imprese sovvenzionate superino i concorrenti dell’Ue nelle procedure di appalto pubblico o beneficino di finanziamenti a basso costo».
Il regolamento dota l’Ue di tre strumenti
L’europarlamentare di FdI entra nei dettagli e spiega che «il regolamento dota l’Unione di tre strumenti. Uno strumento basato sulla notifica per indagare sulle concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue. Uno basato sulla notifica per indagare sulle offerte di appalti pubblici che comportano un contributo finanziario da parte di un’autorità pubblica non Ue, quando il valore stimato dell’appalto è pari o superiore a 250 milioni di euro. L’ultimo è la possibilità di indagine di mercato generale per indagare tutte le altre situazioni di mercato. Questo strumento consentirà alla Commissione il potere di avviare indagini di propria iniziativa (d’ufficio) e richiedere notifiche ad hoc».