Calcio, il contraccolpo del caso D’Onofrio: ci sarà una sola Procura. L’Aia passa sotto la Figc
La giustizia dell’Aia, l’associazione italiana arbitri, passa sotto l’egida della Figc. La decisione è stata assunta all’unanimità dal Consiglio federale straordinario della Federazione, che ha approvato la richiesta di modifica dei principi informatori dell’Aia, secondo i quali si prevede che la giustizia arbitrale venga trasferita all’interno della giustizia federale, come tutti i tesserati del mondo del calcio. L’Associazione italiana arbitri si dovrà adeguare entro il 15 dicembre e dal primo gennaio, ha spiegato il presidente della Figc Gabriele Gravina, «ci sarà una procura unica e sarà quella della Figc». La decisione arriva in seguito al caso legato a Rosario D’Onofrio, l’ex procuratore capo dell’Aia arrestato per traffico internazionale di droga.
La giustizia dell’Aia passa sotto la Figc: «Ci sarà una sola Procura»
Gravina ha introdotto il punto all’ordine del giorno denunciando la gravità dell’accaduto e informando il Consiglio circa le interlocuzioni avute negli ultimi tre giorni con il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. La decisione di sottoporre gli arbitri alla giustizia federale, ha spiegato, ha lo scopo, tra l’altro, di mettere in sicurezza il settore della giustizia domestica degli arbitri e sollevare l’Aia da tutte le responsabilità che esulano dall’autonomia tecnico-organizzativa della classe arbitrale italiana. «La garanzia e la credibilità della giustizia federale danno forza agli arbitri, che non meritano di essere distratti, se non addirittura accusati, di cose che non gli competono», ha detto Gravina nel suo intervento, aggiungendo poi in una conferenza stampa che «gli arbitri troveranno sempre massimo rispetto, gli arbitri sono intoccabili, non c’entrano assolutamente nulla con questa vicenda».
Gravina: «Gli arbitri non si toccano, le responsabilità sono personali»
Gravina quindi ha sottolineato che «ci sono delle responsabilità personali di un soggetto con degli aspetti ancora tutti da chiarire», incombenza che «spetta alla magistratura ordinaria». Secondo quanto emerso da fonti federali, comunque, la Procura della Figc avrebbe ricevuto gli atti della Dda di Milano sull’inchiesta che ha coinvolto D’Onofrio. «Questa vicenda con questa dimensione è sicuramente su un altro pianeta, le avvisaglie sono state colte da noi con una denuncia molto chiara a luglio. Le indagini si sono concluse con un deferimento di questo procuratore e l’udienza ci sarebbe stata il 25 novembre, quindi noi non abbiamo fatto sconti», ha detto Gravina. «Da oggi in poi il profilo e la verifica di alcuni profili sarà molto più precisa», ha aggiunto, ribadendo di aver «chiesto all’Aia una relazione con la procedura seguita per individuare questo procuratore» e che «la parte lesa in questa vicenda è il mondo del calcio».
L’ipotesi di commissariamento dell’Aia e il rischio di rivisitazione dei procedimenti
«Sul piano umano c’è grande rispetto per la sofferenza di Alfredo Trentalange (presidente dell’Aia, ndr) e di tutti gli arbitri italiani: è un momento difficile, triste, di grande amarezza», ha commentato ancora Gravina, ricordando che «Trentalange è stato democraticamente eletto dai suoi arbitri ed è legittimato» e le eventuali dimissioni «riguardano Trentalange, è un fatto personale». Quanto a un commissariamento dell’Aia, Gravina ha spiegato che «c’è un’ipotesi di commissario ad acta, il segretario generale della Figc Di Sebastiano, poi con un processo di avviso pubblico si procederà a reintegrare gli organici, tutti i professionisti dell’Aia potranno partecipare al bando pubblico, avremo quindi un’integrazione di organici». Infine, sull’ipotesi «di richiesta da parte di coloro che hanno subito procedimenti, non escludiamo che possano chiedere una rivisitazione dei procedimenti». «Chiediamo massimo rigore – è stato l’appello di Gravina – nell’individuare i soggetti, non si può sbagliare e chiediamo terzietà mettendo gli arbitri nelle condizioni di sentirsi liberi da qualunque peso».