Caso Amara, il pm Storari che consegnò i verbali segreti a Davigo assolto anche in appello
Il pm di Milano, Paolo Storari indagato per rivelazione di segreto d’ufficio per la consegna all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo dei verbali secretati resi da Piero Amara, ex-avvocato esterno di Eni, sulla presunta esistenza della loggia Ungheria, un consesso romano di cui avrebbero fatto parte magistrati, forze dell’ordine ed esponenti delle istituzioni. è stato assolto anche in secondo grado oggi dai giudici della Corte d’appello di Brescia entrati stamattina in camera di consiglio.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni, ma potrebbero ricalcare in gran parte quelle con cui il gup di Brescia Federica Brugnara aveva assolto in primo grado Storari, sostenendo come “l’intento da lui perseguito fosse quello di segnalare una gestione delle indagini non del tutto appropriata da parte del procuratore aggiunto, Laura Pedio e del procuratore capo, Francesco Greco e di comunicare al Csm il possibile coinvolgimento di magistrati (anche appartenenti alla medesima istituzione) in fatti gravissimi, per le valutazioni di competenza”.
Storari si rivolse a Davigo nella sua veste di consigliere e lo stesso Davigo “lo rassicurava (e lo induceva) ad affidarsi a lui, anche quale possibile tramite con il comitato di Presidenza” del Csm.
E la normativa, in particolare la circolare 510 del 15 gennaio 1994 ribadisce “il generale potere acquisitivo del Consiglio di atti coperti dal segreto istruttorio” Storari era dunque “convinto di interloquire con soggetto legittimato a ricevere quelle informazioni e di veicolare allo stesso per finalità istituzionali, finalità ritenute di tale rilievo da considerare subvalenti le esigenze di segretezza di cui all’indagine”.
Quanto all’ipotesi relativa a un accordo originario fra i due coimputati (per Davigo è in corso il processo di primo grado), volto a utilizzare i verbali di Amara per screditare il consigliere del Csm Sebastiano Ardita (parte civile) attraverso una versione dei fatti concordata e precostituita “risulterebbe del tutto congetturale”.
“Siamo assolutamente soddisfatti di questa assoluzione piena che conferma l’esito di un giudizio particolarmente profondo e netto di totale innocenza dice il difensore Paolo Della Sala commentando la sentenza di assoluzione dei giudici d’appello di Brescia nei confronti del pm Paolo Storari. – Ho difeso con fermezza la sentenza di primo grado non solo perché coraggiosa, ma anche perché poggiava su un impianto giuridico complesso”.
Il procuratore generale di Brescia, Enrico Ceravone, che nell’udienza di oggi aveva rinunciato alle repliche, aveva chiesto una condanna a 5 mesi e 10 giorni sostenendo come il magistrato milanese – già assolto in primo grado – avesse commesso un errore nel consegnare all’allora consigliere del Csm Davigo i verbali di Amara, coperti da segreto, non rispettando le direttive sul tema.
Di diverso avviso era stata la difesa dell’imputato: “Storari in quella situazione si è rivolto a un soggetto particolarmente qualificato. Non c’è intento lesivo nella condotta”, aveva obiettato l’avvocato Paolo Della Sala. Che, nella scorsa udienza, aveva chiesto la conferma dell’assoluzione, con la formula perché ”il fatto non sussiste”.