Caso Soumahoro: nell’inchiesta sulla coop Karibu spuntano gli “aiutini” di alcuni dirigenti Pd
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla coop Karibu. Tra il Pd e la suocera e della moglie del deputato Aboubakar Soumahoro c’erano rapporti particolarmente stretti. Lo riporta oggi Repubblica. La Karibu, la cooperativa con sede a Sezze e che nell’arco di venti anni ha portato a Maria Therese Mukamitsindo e poi pure a Liliane Murekatete circa 65 milioni di euro, ha avuto contatti stretti con «amministratori del Partito democratico che all’attività politica hanno aggiunto quella con la coop, presentando loro i bilanci della stessa Karibu alla Camera di commercio.
La storia della Coop Karibu
La coop di Sezze Karibù, come ricostruisce Orizzonte Politico, «ha vinto la prima gara per i progetti Sprar nel 2001. Fino al 2019 ha gestito l’accoglienza dei migranti grazie a una serie di proroghe (giustificate dalla continua emergenza) nel comune setino e poi in altre realtà della provincia pontina. Inoltre la Karibu, nel 2015, ha ottenuto anche la gestione dei Cas. Nel 2018 erano ben 51 su 129 i centri per l’accoglienza dei migranti gestiti da Karibu in provincia di Latina, accogliendo 2600 stranieri, dei quali 2200 richiedenti asilo. Una coop che aveva per le mani una montagna di soldi pubblici, qualcosa come cinque milioni e mezzo di euro in 18 anni».
Chi sono di dirigenti Pd che avevano rapporti privilegiati con la suocera di Soumahoro
Nessuna rilevanza giudiziaria, ma è sulle relazioni pericolose col Pd che c’è l’aspetto politico ed etico più rilevante. Scrive Clemente Pistilli su Repubblica: «Nel 2004 la suocera di Soumahoro ha affidato la procura speciale per presentare il bilancio a Sergio Di Raimo. Quest’ ultimo, oltre ad essere un commercialista, è un esponente del Pd e proprio a Sezze è stato consigliere comunale, assessore e infine sindaco. Una carriera che ha subito una brusca battuta d’arresto lo scorso anno, quando proprio la giunta Di Raimo collassò davanti a un’altra inchiesta, che ha portato gli inquirenti a ipotizzare un giro di mazzette nella gestione del cimitero e anche lo svolgimento di festini a base di escort e cocaina nella casa del custode del camposanto».
«Di Raimo, ora consigliere d’opposizione, non è stato l’unico a svolgere quel servizio per la Karibu. Nel 2007 al suo posto i documenti contabili della coop sono infatti stati presentati da Domenico Stirpe, assessore al bilancio in tre giunte di centrosinistra nella vicina Priverno, un altro centro lepino» dove la coop Karibu ha fatto affari. «Nel 2008 è stata la volta dell’attuale assessore al bilancio, sempre a Priverno, della giunta di centrosinistra. Nessun reato ovviamente risulta essere stato commesso dagli amministratori dem che hanno presentato i bilanci della Karibu, ma il particolare sembra soltanto confermare una certa vicinanza tra il locale Pd e la suocera di Soumahoro». Eppure, qualche dubbio su quelle coop, «era spuntato fuori all’interno del Pd a Roccagorga, dove l’ex assessore Tommaso Ciarmatore ha anche lavorato per la Karibu. Ma a quelle perplessità rispose piccata la sindaca dem Carla Amici, sorella dell’ex sottosegretaria Sesa, e le cooperative andarono avanti». E si sono viste le conseguenze.