Catfish all’italiana finisce col doppio suicidio di vittima e ingannatore: il caso svelato dalle Iene
È stato trovato morto in casa il 64enne di Forlimpopoli (Forlì-Cesena) finito al centro di un caso catalogato come catfish legata al suicidio di Daniele, un giovane di 24 anni che un anno fa si era tolto la vita dopo aver appreso di essere stato vittima di uno scherzo durato un anno: quella che credeva essere la sua fidanzata, Irene, conosciuta online, era in realtà l’uomo di 64 anni che, secondo gli inquirenti, si è suicidato.
Daniele si era impiccato un anno fa, il suo ingannatore ieri
Il corpo è stato trovato alle 7 di domenica mattina dalla madre. La vicenda era stata denunciata, martedì scorso, da un servizio televisivo della trasmissione Le Iene che aveva raccontato il fatto, raccogliendo la denuncia dei legali dei familiari di Daniele. L’uomo, dopo il suicidio del giovane, era stato indagato dalla Procura, aveva ricevuto un decreto di condanna per sostituzione di persona, ma l’accusa di morte come conseguenza di altro reato era stata archiviata. I genitori di Daniele, nei giorni scorsi, avevano scritto anche una lettera alla premier Giorgia Meloni. Nel servizio televisivo andato in onda nei giorni scorsi, l’uomo era stato raggiunto nel centro del paese dalla troupe televisiva che gli aveva chiesto i motivi del suo gesto. È andato in onda con il volto oscurato, ma in molti lo avrebbero comunque riconosciuto. Se quel ragazzo era uno squilibrato che colpa ne ho io”, aveva risposto il 64enne intervistato dall’inviato della trasmissione Le Iene Matteo Viviani. “Era uno scherzo … Non volevo che finisse così”, ha poi corretto il tiro.
Il caso di catfish era finito anche sulla scrivania di Palazzo Chigi. “Egregio presidente, mi presento, sono Roberto, il papà di Daniele, un ragazzo di 24 anni, che nel settembre 2021 si è tolto la vita”. Iniziava così la lettera al nuovo governo affidata da ‘Papà Roberto’, padre del giovane forlivese di 24 anni che si era tolto la vita dopo aver scoperto che la ragazza conosciuta online con cui aveva una relazione, ‘Irene’, in realtà non esisteva.
Catfish: non esiste una pena per questo reato
A giugno la Procura ha chiesto l’archiviazione per il reato di morte in conseguenza di un altro delitto nei confronti del 64enne di che si spacciava per Irene. Nei confronti dell’uomo era stato emesso un decreto penale di 825 euro per sostituzione di persona. “In questi giorni – si legge la lettera – si sta parlando tanto di Daniele, grazie al servizio mandato in onda alle ‘Iene’ qualche giorno fa, ripreso successivamente da molti quotidiani nazionali e locali. Mio figlio è stato vittima di quello che oggi è chiamato catfish, una relazione virtuale nata sui social con una ragazza, dietro la quale si celava la figura di un uomo di 64 anni. Se oggi sono qui a scriverle questa lettera è perché credo fermamente nella giustizia italiana, ma ad oggi non abbiamo riscontrato nessun esito positivo”.
“Questa relazione virtuale ha portato alla morte di mio figlio”, aggiunge. “Non si utilizzano solo le armi, intese come oggetti, per uccidere; le parole, le illusioni, le sostituzioni di persona possono avere lo stesso potere di un’arma e provocare la morte”. “Ad oggi, l’uomo responsabile di tutto questo si trova a piede libero, si sveglia ogni mattina e se ne va per le vie del suo Paese, come se nulla fosse accaduto. Per la Procura il caso è da archiviare con una sanzione di 825 euro. La vita di mio figlio vale questo?”, chiede ancora papà Roberto. “Non avrò più indietro Daniele, nel frattempo, colui che ritengo il responsabile di questo tragico evento è libero e i carabinieri hanno addirittura scoperto che ha continuato con questo gioco sporco“. “Ciò che è accaduto a mio figlio è di una gravità immane e molti altri ragazzi e ragazze sono vittime di questi inganni”.
“Tanti riescono a salvarsi, tanti altri no. È mai possibile che non venga riconosciuta una pena severa per questo tipo di reato?” E conclude: “Ecco il motivo che mi ha spinto a scriverle, spero vivamente che questa storia, la morte di un figlio, possa servire a rivedere alcune leggi e far sì che chi commette questi reati venga punito severamente”.