Cibo italiano, la sfida di Lollobrigida: orgoglio tricolore nel mondo per difendersi dal Nutriscore
La sfida del ministro Francesco Lollobrigida alla tutela e al rilancio dei prodotti e del Made in Italy investe tutti i livelli di produttività e consumo. Dalla coltivazione alla preparazione dei nostri alimenti. Una battaglia, quella annunciata dal titolare del dicastero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste, formalizzata il minuto dopo il suo insediamento al ministero di via XX Settembre. Ribadita ancora ieri nel corso del question timeal Senato, con un lapidario “no” al cibo sintetico e artificiale. E asseverando in Aula la garanzia che «finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio». E infine confermando attenzione. Difesa. E rilancio delle nostre eccellenze, con l’intervento di oggi all’evento nell’ambito della VII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, in corso alla Farnesina.
Lollobrigida alla “Settimana della Cucina italiana nel mondo” rilancia orgoglio ed eccellenza del cibo Made in Italy
Una vera e propria offensiva a tutto campo, quella del ministro Lollobrigida. Sferrata in nome dell’orgoglio tricolore e della qualità di prodotti che non temono e non devono temere rivali di nessun tipo. E su nessun fronte: da quello produttivo a quello salutistico. Passando per la sfera del doveroso ossequio a una blasonata tradizione eno-gastronomica, esclusivamente italiana. Pertanto, alla manifestazione che si tiene alla Farnesina – emblematicamente intitolata Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta – il ministro Lollobrigida ha ribadito: «C’è attenzione per i nostri prodotti e dobbiamo continuare in questa offensiva positiva e comunicativa. Anche attraverso iniziative come quella di oggi».
«Difendersi dal Nutriscore e da modelli che non valorizzano il cibo italiano»
Ma poi – ha proseguito l’esponente di Fdi – c’è un’altra difensiva rispetto a modelli che non sposano con la valorizzazione e la tutela dei nostri prodotti. Uno veniva citato prima, che è il Nutriscore». Ossia l’etichetta a semaforo su cui è in corso un serrato dibattito in Ue. E che, ha detto a più riprese il ministro, «non è un rischio passato, c’è un’aggressione». Ma, ha ribadito Lollobrigida oggi, «noi non pensiamo che possa essere un semaforino a fermare le potenzialità benefiche di un modello come quello che abbiamo conosciuto. E crediamo che la scienza debba condizionare anche in maniera positiva, e che l’informazione corretta sugli alimenti sia una cosa che il consumatore finale deve ottenere».