Ciriani difende tempi e scelte della manovra: il cuore del testo non va toccato. Ora un tetto agli emendamenti

24 Nov 2022 9:12 - di Bianca Conte
Ciriani

Tempismo, ottimizzazione di tempi e disponibilità, e responsabilità per rispondere al meglio, e in fretta, alle emergenze del Paese, considerato che «con le risorse limitate che abbiamo non si può fare in una volta tutto ciò che vorremmo». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiega quelle che sono le coordinate principali che hanno guidato il governo nella definizione della manovra per cui, in un’intervista al Messaggero in edicola oggi, torna a chiedere un tetto agli emendamenti. «Perché c’è poco tempo e dobbiamo andare di corsa. Nei prossimi anni ci sarà spazio per tutti. Ora l’imperativo è approvare la manovra entro dicembre: va assolutamente evitato l’esercizio provvisorio. Sarebbe un disastro per il Paese».

Ciriani spiega e difende scelte e tempi della manovra

È vero: la premier Meloni ha detto che in Parlamento la legge di bilancio potrà essere migliorata, ma – sottolinea Ciriani – «la struttura portante, il cuore politico, non potranno essere né intaccati, né stravolti. I numeri non lo consentono. Poi, qualche ritocco ci potrà essere: è normale che il Parlamento intervenga per apportare piccole migliorie». Ma, aggiunge anche il ministro, «lanceremo un appello a limitare al massimo le proposte di modifica». Insomma, è solo l’inizio di un percorso. «In più, abbiamo varato una manovra molto coraggiosa e allo stesso tempo sobria: ci rendiamo conto di governare il Paese nella peggiore crisi degli ultimi decenni, così abbiamo puntato a difendere in primis imprese e famiglie dal caro-bollette».

Il ministro chiede un tetto agli emendamenti

Dunque, ora il testo dovrà passare in Parlamento. E mentre c’è chi ipotizza addirittura un emendamento per ogni parlamentare, il ministro Ciriani ribadisce priorità, tempi e «la visione di questa Finanziaria», che «è indicare la strada per la ripresa del Paese, mettendo in sicurezza le fasce più deboli. E aiutando chi produce reddito. Onestamente è il massimo in questa situazione. Tant’è che il giudizio dei mercati è favorevole: lo spread non è schizzato in alto come dicevano gli uccelli del malaugurio». Eppure, incalza Ciriani, «chi ci ha dipinto come irresponsabili, adesso ci chiede perché siamo così responsabili. Curioso. In realtà continuiamo a essere noi stessi: anche all’opposizione non abbiamo mai giocato a sfasciare il Paese».

Sulle richieste avanzate da Forza Italia

Pertanto, sulle richieste di integrazioni degli alleati di Forza Italia, Ciriani commenta: «A tutti noi piacerebbe realizzare da subito l’intero programma elettorale ma non è possibile. Lo faremo quando avremo risorse più ampie. Però abbiamo già agito sulle pensioni minime e aumentato il carrello della spesa per i più poveri». Così come, «la riduzione del taglio delle accise sulla benzina è stata dolorosa, ma è stata decisa per un fine più nobile: aiutare le categorie più povere». Un’attenzione ai deboli, «eredità della destra sociale?», chiede il Messaggero al ministro. Il quale spiega: «In parte sicuramente sì. È innegabile che abbiamo un’attenzione ai ceti popolari che deriva dalla nostra storia. Ma dall’altra parte è una necessità oggettiva: la povertà, la fragilità sociale si combattono non con l’assistenzialismo, ma con la crescita economica e con interventi veri e seri a favore di imprese e famiglie».

Conte evoca la guerra civile per difendere il Rdc, Ciriani: «È un irresponsabile»

E se dal Pd hanno già fissato la data per una manifestazione di piazza contro la manovra per il 17 dicembre. Anche il leader del M5S Giuseppe Conte annuncia una manifestazione (ancora senza data) evocando la guerra civile per difendere il Rdc. Il provvedimento in difesa del quale i pentastellati annunciano battaglia dalla prima ora, e su cui Ciriani rilancia: «Il Rdc andrà cancellato nel 2024. Intanto gli abbiamo dato un bel taglio. Noi difendiamo i poveri, non chi non completa gli studi e dimostra di non aver voglia di lavorare». Aggiungendo: «Assurdo. Uno che ha fatto il presidente del Consiglio e che evoca la piazza e la guerra civile è un irresponsabile. Fa cadere le braccia. Lo scontro sociale va assolutamente scongiurato: è in gioco la tenuta del sistema-Paese in una fase difficilissima».

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