Conte fuori controllo: “Una manovra vigliacca”. E minaccia barricate in piazza per difendere il reddito
“Una manovra vigliacca”. Non proprio un linguaggio da principe del foro quello scelto da Giuseppe Conte per bocciare la Finanziaria presentata ieri dal governo Meloni. Un giudizio tranchant, che conferma la deriva urlata dell’ex premier a capo dei 5Stelle. Che ogni giorno la spara più grossa. Per svettare nel panorama diviso e rissoso del centrosinistra. E accreditarsi come l’unico vero oppositore all’esecutivo di destra. Ma, soprattutto, per rosicchiare consensi al moribondo Pd di Letta.
Conte non si regola: è una manovra vigliacca
“La presidente Meloni ha dichiarato che è una manovra coraggiosa nel segno della crescita. E della giustizia sociale. A ben esaminarla possiamo concludere che è una manovra vigliacca e nel segno della decrescita. E della profonda ingiustizia sociale”. Una bocciatura senza appello (e senza controproposte) quella che Conte, versione barricadera, rilascia ai microfoni della stampa a margine della Conferenza sul futuro dell’Europa organizzata a Roma da Talent Garden. In linea con la minaccia di guerra civile dei giorni scorsi. E con il primo commento a caldo su Facebook in cui accusa Palazzo Chigi di un massacro sociale.
Il leader 5Stelle all’attacco: “Porteranno il paese in recessione”
“Lo dimostreremo nei prossimi giorni – prosegue – esamineremo tutti i capitoli di questa manovra. E dimostreremo come sia un’assoluta presa in giro per gli italiani. Perché contraddice le premesse e i programmi fatti in campagna elettorale”. E, neanche a dirlo, “porterà il paese completamente in recessione”. La moderazione non è il forte dell’ex avvocato del popolo, furioso per la svolta del governo sul reddito di cittadinanza. “Vogliono togliere al Paese l’unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà, E lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro”.
L’esibizione muscolare e la piazza delle opposizioni
Come per la guerra russo-ucraina l’esercito di Conte sceglie la strada dell’esibizione muscolare in piazza. In piazza Con il Pd? Che ha già annunciato a tempo di record una mobilitazione per il 17 dicembre. Conte non si sbilancia. “Assieme a tutte le forze che vorranno condividere con noi questo giudizio”, dice ma è chiaro che andrà in solitaria. Punta al bis. A un’altra mobilitazione, come quella del 5 novembre, per la pace. Questa volta a difesa del Reddito di cittadinanza che doveva sconfiggere la povertà. Ma anche in questo caso le opposizioni si preparano ad andare in ordine sparso. Letta ha già convocato una tre giorni contro la manovra, con appuntamento finale in piazza il 17 dicembre. Carlo Calenda preferisce dedicarsi alla sua contro Finanziaria da modificare in Aula. La Cisl è pronta al dialogo con il governo, la Cgil è in attesa, la Uil è critica. Le Acli sembrano stare con Conte. Tante piazze, troppe, che non spaventano il premier. “Non condivido, ma fanno il loro lavoro”, ha detto Meloni in conferenza stampa. Salvo ricordare che “il Pd votò contro la prima versione del Reddito di cittadinanza”.