Contratti a Crimi e Taverna, si scatena la rabbia dei grillini: è rivolta contro i vertici del M5S
«Ci hanno detto che stavolta non potevano rinnovarci il contratto perché non c’erano abbastanza fondi. E invece…». Esplode la polemica tra i Cinquestelle per i contratti a Crimi e Taverna. Lo sfogo del dipendente non è per niente isolato. Il M5S ha deciso di assumere i due ex senatori, 140mila euro l’anno in due. La motivazione: «Collaborare con i gruppi di Camera e Senato».
I contratti a Crimi e Taverna fanno scoppiare il putiferio
Venti dipendenti – come riporta “Repubblica”, alcuni dei quali hanno lavorato per i 5 Stelle dalla prima legislatura del 2013, sono stati abbandonati a loro stessi. Nessun contratto perché il budget è ridotto e non c’è posto per tutti. La chat dei collaboratori grillini è calda, durissima la protesta e altrettanto forte è la rabbia. La notizia data da “Repubblica” sui contratti per i due ex parlamentari ha scatenato l’inferno, a dirla come il “Gladiatore”.
Dopo la sbornia elettorale, la delusione
Un importo – specifica il quotidiano – quello che intascheranno i due, con cui si sarebbero potuti rinnovare i contratti di almeno 3-4 collaboratori. Ma ai piani alti del M5S hanno deciso di premiare gli ex senatori, a danno dei dipendenti semplici. È vero che il Movimento nella passata legislatura, dopo la sbornia elettorale del 2018, annoverava oltre 300 parlamentari mentre oggi sono solo 80. E quindi la riduzione dello staff era prevedibile. Ma il fatto che i vertici abbiano dato un salvagente, un contratto molto ben remunerato a Crimi e Taverna, fa montare la protesta.
Tra i sacrificati volti “storici”
«Non mi hanno confermato, nonostante io abbia sempre raggiunto tutti gli obiettivi, dopo aver partecipato a tutte le campagne elettorali degli ultimi anni», racconta uno degli esclusi. Il motivo? «Ci hanno detto che non c’erano abbastanza fondi». Tra i sacrificati, come riporta “Repubblica”m spuntano nomi noti nel sottobosco degli addetti ai lavori 5S. Per esempio lo storico fotografo e videomaker del Movimento, assunto dai tempi di Gianroberto Casaleggio.