Covid, l’appello di Bassetti: «A Messa torniamo a scambiarci il segno della pace: è normalità anche questa»

7 Nov 2022 17:33 - di Gigliola Bardi
bassetti

Tornare a scambiarsi il segno di pace in chiesa, nell’ambito di quel ritorno alla normalità che sta investendo tutti gli ambiti della vita. A lanciare un appello affinché anche quel momento della Messa si ripristinato così com’era prima del Covid è stato l’infettivologo Matteo Bassetti, con un post su Facebook. «Non capisco perché ci diamo ormai la mano, come abbiano sempre fatto, e in Chiesa non ci si può ancora scambiare il segno della pace in questo modo», ha scritto il direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, per il quale «bisogna tornare anche in Chiesa a quello che facevamo fino al marzo del 2020». «Non sarà certo una stretta di mano – ha chiarito Bassetti – che farà cambiare il corso di questo virus. Anche questo deve essere il segno del ritorno alla normalità».

Gismondo: «D’accordo con Bassetti, probabilità di contagio contenuta»

La proposta è stata accolta con favore dalla virologa Maria Rita Gismondo, che si domanda: «Se abbiamo abbandonato la mascherina, se frequentiamo luoghi anche affollati, perché non stringersi la mano anche in chiesa?». La direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, interpellata dall’agenzia di stampa Adnkronos, quindi ha sottolineato che «la probabilità di contagio è più alta respirando a poca distanza gli uni dagli altri che stringendoci la mano o abbracciandoci». Senza contare che «abbiamo un gran bisogno di normalità». Dunque, Gismondo è «pienamente d’accordo con il collega Matteo Bassetti».

Andreoni contrario: «Alcune abitudini apprese durante il Covid restano utili»

Contrario, invece, Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), per il quale «il simbolismo non deve essere per forza qualcosa per cui ci si stringe le mani o ci si tocca». Secondo il medico, «con la situazione epidemiologica attuale e la sottovariante Cerberus che avanza, previsioni parlano di possibili 90mila casi al giorno, sarebbe meglio rimandare la stretta di mano in chiesa durante la messa». «Dobbiamo entrare nell’ottica che alcune abitudini apprese durante la pandemia possono essere utili anche in questa fase. Penso all’uso della mascherina in luoghi affollati o, appunto, l’igiene della mani che può passare anche – ha concluso – dal non stringersi la mano».

 

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