Covid, Vaia “ottimista”: «Siamo alla fine del tunnel. Il bollettino quotidiano? Inutile»
«Sono un ottimista razionale. Penso che, oggi, siamo in una fase positiva della pandemia, alla fine del tunnel». Lo dice all’Adnkronos Salute, il direttore dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. Ancora, però, «lo strumento vaccino anti Covid resta indispensabile». La politica e la sanità pubblica devono «indirizzare tutta l’energia a vaccinare le persone che in questo momento restano le più vulnerabili: gli ultrasettantenni e le persone fragili». La quarta dose «langue, bisogna persuadere le persone. Non obbligare, perché abbiamo capito che non serve».
Vaia: «Convincere le persone fragili e anziane a vaccinarsi»
Bisogna convincere, continua l’esperto, «le persone fragili e anziane a vaccinarsi. Serve migliorare la comunicazione generale del sistema. Alle persone bisogna dire la verità ricordando che il vaccino non ci protegge completamente dal contagio ma ci protegge moltissimo dalla malattia grave e dai rischi peggiori del Covid».
Vaia: «Oggi abbiamo un’immunità ibrida»
Oggi le persone che si ammalano, precisa Vaia, «nella maggior parte dei casi non hanno polmonite. Siamo di fronte a una patologia meno grave. Questo è dovuto a un grande risultato raggiunto che si chiama “immunità ibrida”, ovvero la somma dell’immunità naturale e dell’immunità determinata dal vaccino. Abbiamo avuto un gran numero di contagi nel Paese ma anche un grande tasso di vaccinazione. Queste due cose insieme hanno creato non l’immunità di gregge ma, appunto, una più “forte” immunità ibrida», dice ancora Vaia, sottolineando che «sbaglia chi crede che l’immunità legata alla guarigione sia sufficiente, non è così. Il vaccino resta la sempre la nostra arma migliore».
Il bollettino? «Non c’è bisogno di numeri quotidiani»
Poi Vaia interviene sul dibattito ancora aperto sull’accesso giornaliero ai numeri del Covid. «Avere oggi un bollettino a cadenza settimanale sui dati Covid ha più senso perché aiuta a comprendere la tendenza in atto. La pandemia è cambiata, non c’è bisogno di numeri quotidiani, che possono apparire come un “bollettino di guerra” facendo perdere di vista il trend. In questo momento non ce n’è bisogno».