De Pau non risponde al gip, convalidato il fermo del presunto killer di Prati. Identificate le vittime cinesi
Si rifiuta di rispondere al gip, non ricorda, non parla. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giandavide De Pau, accusato dell’omicidio delle tre donne uccise giovedì scorso nel quartiere Prati a Roma. L’istruttoria si è svolta nel carcere di Regina Coeli, dove il presunto killer, che due giorni fa ha parzialmente confessato, è detenuto da sabato scorso. In regime di grandissima sicurezza.
Prati, convalidato dal gip l’arresto di Giandavide De Pau
Il giudice ha convalidato il fermo del 51enne romano, ex autista del boss Michele Senese. E si è riservato sulla misura cautelare da applicare. La procura di Roma contesta a De Pau, difeso dall’avvocato Alessandro De Federicis, il triplice omicidio aggravato delle due donne cinesi. Accoltellate a morte nell’appartamento al primo piano di via Riboty. E della sessantacinquenne colombiana Marta Castano Torres, uccisa nel seminterrato di via Durazzo. Solo oggi, grazie al lavoro della scientifica e dell’ufficio immigrazione sono state identificate le due donne cinesi. Si tratta di Li Yanrong, di 55 anni, e di Yang Yun Xiu, 45 anni.
L’avvocato: non era nelle condizioni di rispondere
Come prevedibile, dopo le 7 ore del primo interrogatorio in questura, oggi De Pau non ha rilasciato dichiarazioni. “Non era nelle condizioni di dire nulla”, secondol’avvocato difensore. Che, arrivando a Regina Coeli, fa sapere che il profilo psichiatrico dell’uomo andrà esaminato. “Non solo da me ma anche dalla procura. De Pau era libero perché non aveva titoli per essere detenuto. E nessuno, neanche gli psichiatri che lo avevano visitato, si erano accorti della sua pericolosità”. “Non ha contezza e memoria di quello che è successo”, aggiunge il penalista che ieri ha incontrato il suo assistito, in isolamento giudiziario e sanitario. “Per come l’ho visto io, assente, mi sembra strano fosse in grado di organizzarsi una fuga. Dell’auto nel deposito giudiziario e del passaporto non ho informazioni, so solo che il suo documento era scaduto da tempo”. L’arma utilizzata – a quanto risulta – non è stata ancora trovata. “Quello che ho chiesto all’amministrazione giudiziaria e penitenziaria – aggiunge De Federicis – è di trovare una struttura adeguata alle sue condizioni. Parliamo di una persona con disturbo della personalità, borderline”.
Il killer voleva lasciare l’Italia, ancora introvabile l’arma del triplice omicidio
Dalle indagini sul triplice omicidio in Prati emerge che dopo i delitti l’uomo voleva lasciare l’Italia. E per questo aveva cercato di ottenere un passaporto falso in cambio di denaro. In base quanto accertato dopo i fatti, il 51enne avrebbe contattato la donna cubana con cui aveva trascorso la notte prima degli omicidi. Proprio per chiederle aiuto per ottenere il documento. Gli inquirenti stanno indagando anche su un cold case (delitto irrisolto) legato al monto della prostituzione. Si lavora per valutare possibili collegamenti con un caso risalente a molti anni fa con vittima una prostituta. Per chi indaga infatti, ci potrebbero essere analogie con i delitti di cui è accusato De Pau, avvenuti in via Riboty e via Durazzo.