Donne che odiano le donne. Per Concita De Gregorio dire “bastarda” alla Meloni è un inno alla libertà
Questa mattina, il giornale più “savianesco” del mondo, più dello stesso Saviano, La Stampa, per difendere lo scrittore di Gomorra alle prese con una querela per aver dato dei “bastardi” a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, schiera una donna per cercare di dimostrare che sia in atto un tentativo di comprimere la libertà di espressione nel nostro Paese, Concita De Gregorio, ex direttore del Manifesto e conduttrice tv su La 7. La De Gregorio, per solidarietà “maschile”, più che femminile, si schiera dalla parte del presunto insultante, Roberto Saviano, arrivando a sostenere che la parola “bastardi” possa essa una “postura etica” più che un’offesa.
Anche la De Gregorio al fianco di Saviano e contro la Meloni
Ieri, per la cronaca, lo scrittore di gialli Donato Carrisi aveva invece parlato di “licenza poetica”, difendendo a sua volta lo scrittore. “Il processo a Saviano è una fortuna perché consente di mettere al centro del dibattito la questione della libertà di stampa e le minacce economiche che spesso colpiscono colleghi meno noti…”, scrive la De Gregorio, sulla Stampa. Ma che c’entra un’offesa personale con la libertà di stampa? Dare del bastardo a un politico cosa ha a che vedere con un’inchiesta giornalistica difficile e pericolosa, che infastidisce i potenti che poi si rivalgono sui giornalisti? Nulla, ma se c’è Saviano di mezzo, come ha giustamente titolato Libero ieri, tutto è lecito.
I giornalisti europei allarmati per la libertà di stampa…
In attesa che il tribunale si esprima sul termine “bastardi” e sulle accuse di diffamazione nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’indagine era stata avviata dopo una querela presentata da Meloni e nel novembre dello scorso anno il gup di Roma ha disposto il rinvio a giudizio per lo scrittore. Querela da rimettere, secondo la De Gregorio, della quale sarebbe curioso vedere la reazione, in diretta tv, se un qualsiasi ospite le desse della “bastarda”. Popcorn.
Querela da rimettere anche secondo la Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) e numerose associazioni italiane ed internazionali per la libertà di stampa. Come scrive oggi La Stampa, “tali accuse agiscono come un bavaglio sulla libertà di espressione, un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana e dal diritto internazionale”.