Dove c’è un riciclato c’è casta. Per Di Maio la nomina Ue val bene una figuraccia
Trombato e ripescato? Da un lato la benevolenza dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell. Dall’altra la sponsorizzazione di Mario Draghi. Salvare il soldato Di Maio sembra essere diventato l’obiettivo numero uno dell‘establishment europeo. E c’è chi giura che Giggino sia addirittura in pole per lo strapuntino di Emissario per il Golfo Persico. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché? Si è forse particolarmente distinto nei suoi anni alla Farnesina? Se così, siamo in molti a non essercene accorti. Quasi tutti, in verità, eccezion fatta per quello 0,7 per cento di creduloni che ha pensato di rinnovargli la fiducia alle passate elezioni. In ogni caso un po’ pochini per un riciclaggio di rango europeo.
Quali sono i meriti di Di Maio?
Ha forse curato dossier relativi agli Stati arabi? Probabilmente sì, ma non pare abbiano lasciato chissà quale traccia nei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo. In compenso, non ha mosso un dito quando perdevamo ogni influenza in Libia e in Albania a vantaggio della Turchia. Il segreto sta allora nella sua ferratissima preparazione in campo politico-diplomatico o storico-politico. Macché: gli unici ricordi che riaffiorano in materia sono scoraggianti. Il primo risale a quando andò in Francia per sostenere le ragioni dei Gilet Gialli che ogni sabato mettevano Parigi a ferro e a fuoco. Il secondo – ricordate? – quando per farsi perdonare dai “cugini” retrodatò di un millennio la democrazia francese.
Trombato e ripescato
Gira e rigira, non resta che un dubbio atroce a dipanare il mistero della nomina di Di Maio: e se avessimo trattato da stadista (frequentatore di stadi) quello che in realtà era uno statista che tutto il mondo ci invidiava? Scherziamo, ovviamente. Non scherziamo affatto, invece, se diciamo che dovunque c’è un politico trombato riciclato, c’è casta. Ed è l’aspetto flaianamente più grave e meno serio della vicenda. E Di Maio lo sa meglio di tutti. Ma sta zitto in attesa di incassare. E questo spiega perché da noi le facce di bronzo non stanno solo sottoterra.