“Doverose le norme anti-rave, la sicurezza deve sempre essere un valore primario”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Nell’epoca del Covid il dibattito libertà sicurezza assume un’incontestabile centralità. Una centralità che corre il rischio di essere banalizzata sulla base di ricostruzioni ideologiche di parte la cui unica finalità è lontana da un tentativo serio teso alla risoluzione dei problemi. Il decreto anti-rave risponde ad una innegabile esigenza ordinamentale tesa a normare comportamenti che minacciano la salute e l’incolumità pubblica. Assembramenti incontrollati attraverso occupazioni abusive di porzioni di territorio per incontri in cui si dispensano droghe non possono essere ignorati da uno Stato che abbia a cuore la serenità dei propri cittadini. In quest’ottica la ratio del decreto va condivisa, pur nella consapevolezza che, attraverso i lavori parlamentari, potranno essere apportate modifiche migliorative (attraverso la corretta sintesi delle varie sensibilità politiche). L’errore di chi critica il decreto è nel voler rappresentare il rapporto tra libertà e sicurezza in termini conflittuali non comprendendo che l’opzione di uno dei due diritti a svantaggio dell’altro è una falsa scelta poiché la sicurezza non è un fine in sé ma, piuttosto, uno strumento per accrescere la libertà. La sicurezza è un valore “super-primario” da non sottovalutare in quanto ha a che fare con la nostra stessa esistenza e con la qualità della nostra vita e, quindi, sulla base di ciò si dovrebbe avere il coraggio di trarre coerentemente tutte le conseguenze evitando di trincerarsi in una difesa ad oltranza delle garanzie costituzionali. Garanzie costituzionali che solo grazie alla sicurezza (che riveste uno status di priorità ) possono essere esaltate e garantite. In quest’ottica va salvaguardata la ratio di un decreto che deve poter rappresentare una imperdibile occasione per un confronto costruttivo e non certo la riproposizione sterile di una polemica frutto di una incomprensibile e stupida deriva demagogica.
*Presidente Emerito Camera Penale Salernitana