“Esterno notte”, la fiction Rai sul “caso Moro” che per gli ex-Br è troppo reticente sul Pci

15 Nov 2022 20:39 - di Redazione
Esterno notte

Marco Bellocchio scrive «il romanzo del potere Dc», disegna «il ritratto di un interno di regime» in una «introspezione del mondo democristiano abbastanza riuscita» mentre non comprende il brigatismo rosso, raccontato come «una nevrosi» e vissuto come «una ingiustificata eresia del comunismo». A commentare con l’AdnkronosEsterno notte“, la serie di Bellocchio che ha dedicato al “caso Moro” in onda su Rai 1, è l’ex Br Paolo Persichetti, autore di libri e inchieste sul presidente Dc. Una “voce di dentro”, la sua, capace di imprimere un visto di conformità storica alla fiction di Bellocchio. Esame, in realtà, superato solo a metà. In “Esterno notte“, infatti, Persichetti individua «alcune imprecisioni di dettaglio».

Esterno notte” è del regista Marco Bellocchio

Ad esempio, spiega, «non è vera la descrizione del primo controllo di polizia in via Gradoli. Non era una ispezione di massa ma un controllo discreto, una verifica alla porta. I Br non erano in casa e mai seppero di quell’episodio altrimenti avrebbero subito smobilitato la base». Alla serie l’ex-brigatista contesta anche «qualche sorvolo di troppo sulla figura di Berlinguer, poco approfondita, e del Pci in generale, il cui ruolo fu decisivo per osteggiare la liberazione di Moro». Anzi, sottolinea, «sarebbe ora che si raccontasse quello che loro si dicevano nelle riunioni di Direzione, e la reazione brutale davanti alla scelta di Moro di cambiare la lista dei ministri del nuovo governo cancellando i tre indicati dal Pci».

Serie in 3 puntate sugli ultimi 55 giorni dello statista

Comunque sia, tiene a precisare, «il giudizio su queste due prime puntate (tre in tutto, ndr) di “Esterno notte” non è negativo». Ma la sua critica si fa severa per la mancata illuminazione del contesto in cui maturò il proposito di rapire prima e di uccidere poi Aldo Moro. «Non si capisce – obietta – perché Moro viene rapito, chi erano i brigatisti, da dove venivano, come e perché sono arrivati a tanto? Il problema – aggiunge – sta nella poca curiosità di Bellocchio, disattenzione e pregiudizio forse legati alle incrostazioni del suo passato dottrinario di militante maoista che percepiva le Brigate rosse come una ingiustificata eresia del comunismo. Una sorta di nevrosi».

L’ex-Br Persichetti: «Veritieri i ritratti dei Dc»

Diverso invece il giudizio sui ritratti dei politici Dc contenuti in “Esterno notte“. «Sono efficaci, veritieri e penetranti sia nella dimensione politica che in quella personale e privata, molto triste», spiega l’ex-terrorista. Di particolare efficacia Persichetti giudica la frase messa in bocca a Cossiga da Bellocchio dopo l’arrivo della lettera che Moro gli aveva indirizzato: “Loro gli stanno già facendo il funerale e noi li seguiamo con i ceri accesi“. «Che poi – conclude l’ex-Br – è il riassunto di quello che accadde in quei 55 giorni»

 

 

 

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