Fra i candidati laici del Csm spunta Borrè, incubo di Conte e Grillo
Spunta il nome dell’avvocato romano Lorenzo Borrè, spina nel fianco dei Cinquestelle e difensore degli espulsi M5S fra i candidati che si sono proposti fra i cosiddetti “laici” per il prossimo Csm.
Vero e proprio incubo in casa M5S, spauracchio per Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sin dagli albori del Movimento, Lorenzo Borré, l’avvocato a capo delle battaglie legali dei delusi grillini, è in corsa come candidato per il Consiglio superiore della magistratura, tra i nomi sui quali saranno chiamate a votare le aule parlamentari.
E, dunque, fra i votanti ci saranno anche deputati e senatori eletti nelle file del M5S. Un Movimento trasformato in questi mesi velocemente in partito da Conte per incassare il 2 per mille e che, proprio per la caparbietà di questo determinato e caparbio avvocato romano, ex-grillino della prima ora, si è dovuto via via più e più volte dotare di statuti e regole nuove. Sempre regolarmente demoliti da Borrè.
Che, ogni volta, è riuscito a trovare la magagna per trascinare Grillo e i suoi in Tribunale facendo perdere il sonno al sedicente “avvocato del popolo”, Giuseppi, vincendo svariate cause, e tentandone una anche contro Conte, costringendo il Movimento a rivotarne la leadership del politico di Volturara Appula malamente disarcionato da Borrè e ridotto a macchietta.
“Non ho sponsor politici, mi propongo come candidato rappresentante dell’avvocatura – spiega Borrè tornando a disturbare il sonno di Conte che già se lo rivede al Csm. – Ritengo che il mio curriculum per i diritti costituzionali sia da prendere in considerazione”, spiega Borré all’Adnkronos.