Giandavide De Pau è un serial killer? Riaperti i faldoni sul “macellaio dell’Ardeatina” e altri “cold case”
Dalle indagini della Procura di Roma sul triplice omicidio avvenuto nel quartiere Prati il 17 novembre emergono elementi che lasciano aperta la porta a clamori sviluppi: Giandavide De Pau potrebbe essere un serial killer. Non a caso gli inquirenti romani hanno riaperto i faldoni di alcuni “cold case”. I casi freddi, archiviati come delitti compiuti da ignoti. Omicidi che riguardano nella maggior parte dei casi prostitute e trans.
De Pau è un serial killer? Ecco dove nasce il sospetto degli inquirenti
I magistrati contestano infatti anche il rischio di reiterazione del reato associato ad una indole violenta dell’uomo, che nel passato è stato coinvolto in varie vicende giudiziarie compreso un episodio di violenza sessuale ai danni di una donna brasiliana nel 2006. Una vicenda che potrebbe portare chi indaga a scavare ulteriormente nel passato dell’uomo alla ricerca di eventuali collegamenti con fatti violenti che hanno avuto come vittime delle donne. Un altro dato che aveva colpito gli inquirenti dopo i tre delitti è la perizia dell’assassino: ha colpito con la mano di chi “aveva già ucciso”. Con un’arma sparita misteriosamente. Da qui il sospetto pesante che De Pau sia un serial killer e non un semplice “spree killer”, come ipotizzato a caldo da alcuni criminologi. C’è da ricordare che il 51enne romano è stato più volte sottoposto a cure psichiatriche: è possibile che i tre omicidi di Prati possano avere dei precedenti rimasti impuniti?
Quei “cold case” ripescati dalla Questura di Roma
Come riferisce Il Messaggero i poliziotti stanno già vagliando in queste ore i faldoni contenenti le schede di alcuni “cold case” che attendono risposte mai arrivate. A partire da un delitto che undici anni fa scosse enormemente la Capitale. Era marzo e un camionista in transito sulla via Ardeatina. Una corpo di una ragazza mai identificata, ritrovata senza testa, gambe e braccia. Quello che venne ribattezzato come il macellaio dell’Ardeatina le asportò anche cuore, polmoni, viscere, come si fa con gli animali, incidendole una croce sul petto. Non contento le legò addosso un fiocco: per chi indagavam un macabro regalo per la festa dell’8 marzo appena trascorsa. Nel giugno del 2019, sempre sull’Ardeatina, i pompieri trovarono un cadavere: un corpo minuto ed esile, braccia tronche, da una gamba pendeva una scarpa con un gancetto, tipo fibbia, che sembrava ricondurre a una calzatura femminile. Anche in quel caso, identità delle vittima e del killer sono rimaste un mistero. Altro caso: nel luglio del 2017 un maniaco per poco non uccise una prostituta nigeriana, trovata agonizzante e con un profondo taglio alla gola nella pineta di Castelfusano. Altro “cold case” che verrà riaperto e raffrontato con De Pau.
Nelle foto Ansa Giandavide De Pau e i rilievi della scientifica sul delitto del “macellaio dell’Ardeatina”