Gualtieri si autocelebra e sfiora il ridicolo: «Oggi Roma è più pulita. Ma non come merita»
“Rapporto alla città: Ripartire”. A un anno dall’elezione il sindaco Gualtieri dall’Auditorium Parco della Musica della Capitale fa il punto del lavoro svolto e di quello che resta da fare (molto). Già il titolo del verboso dell’opuscolo, 48 pagine, che consegna ai romani tradisce un certo ritardo. Dopo 12 mesi il primo cittadino dem deve ancora partire. Parla di segnali incoraggianti e intona la stanca litanìa della difficile situazione ereditata dalle passate amministrazioni. “La macchina amministrativa richiede cambiamenti profondi. Bisogna accelerare la capacità di spesa e di riscossione per avere più risorse. Ma ci siamo messi in moto”. Il sindaco fantasma sceglie di fare le cose in grande per dare un segnale ‘forte’. Non la consueta conferenza stampa ma un evento mondano all’interno di quella che in fondo è la vera casa del potere Pd in città.
Gualtieri si autocelebra: ci siamo messi in moto
Una lunga, interminabile carrellata di provvedimenti declinati al futuro. Ma è sulla pulizia e il decoro di Roma che Gualtieri sfiora il ridicolo. “Oggi Roma è più pulita di come l’abbiamo trovata e di come era sei mesi fa, ma non ancora come merita e come può essere”. Focus sul tanto declamato piano dei rifiuti. “Che consentirà di rendere finalmente Roma autonoma per il trattamento delle diverse filiere dei rifiuti. Permettendo di aumentare il riciclo e il recupero energetico”. Fiore all’occhiello il termovalorizzatore da 600 mila tonnellate per la frazione indifferenziata. Sull’inceneritore alle porte di Roma, nella zona di Santa Palomba, nessun passo indietro. L’opera della discordia, osteggiata dai 5Stelle che sul tema sensibile hanno sfiduciato Draghi, si farà. Gualtieri conta di aggiudicare la gara entro l’estate e di vedere aperto il cantiere entro la fine del 2023. Un progetto che ieri Conte è tornato a bocciare e sul quale si giocano le alleanze elettorali per le prossime regionali.
“Roma è più pulita di come l’abbiamo trovata”
Nel lungo discorso spot tante parole sugli impegni futuri. A partire dal tasto dolente del trasporto pubblico. Anche qui il sindaco sfodera un piano. “Per affrontare – dice – le conseguenze drammatiche di anni di mancata manutenzione delle metropolitane. Delle sedi tranviarie e del materiale rotabile lasciato senza revisioni”. E giù con promesse di prolungamento delle linee metropolitane e di nuove tratte tranviarie. Infine l’ambiente, gli otto accordi quadro, la riqualificazione del verde e dell’arenile, la rigenerazione delle periferie, il recupero della legalità. Insomma un ottimo e programma elettorale come se l’ex ministro del Pd non fosse a guida del Campidoglio da 12 mesi. Ultima chicca: la rivendicazione dell’ultimo regalo ai centri sociali occupati. Dissimulato come un intervento a favore dei più deboli, il provvedimento concede la residenza e l’allaccio di acqua e luce agli occupanti abusivi degli stabili della capitale. “Un assist al racket e all’illegalità”, tuona Fabio Rampelli.
L’opposizione: nessun romano si è accorto del cambio di passo”
“Abbiamo rimesso la città sui binari giusti“, gongola il sindaco che si concede una foto con tutta la squadra. Applausi dalla platea dei fedelissimi. Ma fuori dall’elegante sala dell’Auditorium la realtà è tutta un’altra. “Nessun romano si è accorto del cambio di passo”, denuncia l’opposizione di centrodestra. “È rimasto chiuso nella stanza dei bottoni, lontano dalla Roma vera e dai suoi problemi. Roma è allo sbando, peggio della Raggi”.