Il disprezzo classista della sinistra in un fondo della Stampa sull’Italietta dei “pizzicagnoli”
I buoni, gli umani, quelli che non discriminano, stanno fabbricando una poderosa demonizzazione dell’avversario politico. Una faccenda che va avanti da mesi. E la batosta elettorale non li ha affatto frenati. Anzi.
L’ipocrisia della sinistra è oltre il doppiopesismo
Passato il disorientamento, hanno ricominciato più arzilli di prima. E con lo stesso stato d’animo di chi, da sempre, ritiene di essere l’unto del Signore, di avere impresso su di sé il marchio del bene, l’aureola della laica santità. Siamo anche oltre il doppiopesismo: siamo all’ipocrisia e alla malafede più totali. La Russa si può mettere a testa in giù, ma sulla Moratti non si può vergare la falce e martello. Un comico può dare del troglodita al presidente della Camera ma il presidente del Consiglio non può rivolgersi direttamente all’onorevole di sinistra. E così via cantando. Una sagra dell’impostura.
Murgia: la parola nemico è di per sé fascista…
Michela Murgia discettava tempo fa dalla solita Lilli Gruber osservando che “nemico” è già di per sé una parola “fascista”. Ma loro con le parole non ci vanno certo cauti. le usano come sassi da gettare nel mucchio. Dove si coglie si coglie. Va bene tutto. Prendiamo Alessandro De Angelis oggi sulla Stampa – il foglio diventato ormai la nuova Lotta Continua.
De Angelis e i “pizzicagnoli di vite umane”
“E ci risiamo – scrive – come in un deja vu del Conte 1, con i corpi dei poveri cristi esposti al mercanteggiamento politico dai “pizzicagnoli” di vite umane. Pizzicagnoli di una piccola Europa, subalterna al nazional-populismo…Pizzicagnoli di una miserabile Italietta che, dopo il “no” al “prendeteveli voi”, hanno iniziato col tanto al chilo sull’Humanitas: “trentaquattro restano a bordo”, “i fragili scendono”, sperando che non ne infragilisca uno sulla nave, sennò diventano trentatré, o che qualcuno non si butti in acqua, eventualità al momento non prevista dall’attuale inquilino “tecnico” del Viminale”.
I buoni che usano le parole come sassi
Quanto disprezzo contro i “pizzicagnoli”… La metafora certo viene usata per dire che si usano i corpi dei migranti come se fossero da vendere e affettare. Senza riguardo. Lo abbiamo capito, certo. Ma abbiamo anche compreso il disprezzo classista che si nasconde dietro l’uso spregiudicato delle parole da parte di chi – ricordiamolo – sosteneva con Letta che dire devianze è discriminatorio. Ma tanto, avranno pensato loro, che sono umani e buoni, i pizzicagnoli non leggono la Stampa.