Indagata per truffa aggravata e false fatturazioni la suocera di Soumahoro
È indagata anche per truffa aggravata e false fatturazioni Marie Therese Mukamitsindo, suocera del neo-parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Aboubakar Soumahoro.
Sono anche queste, infatti, le ipotesi di reato contestate alla suocera di Soumahoro nell’ambito della indagine che la Procura di Latina sta conducendo sulla gestione di due cooperative, Karibu e Consorzio Aid, finite all’attenzione della magistratura per tutta una serie di irregolarità emerse in seguito alla denuncia di alcuni immigrati che avrebbero dovuto ricevere uno stipendio per il loro lavoro e che, invece, sono ancora di attesa degli emolumenti previsti.
La Procura di Latina ha delegato le indagini ai militari della Guardia di Finanza chiamati a fare chiarezza sull’impiego dei fondi erogati – si parla di cifre molto consistenti che viaggiano intorno ai 62 milioni di euro – dei rapporti con l’Erario e anche dei rapporti con i dipendenti.
Al momento la suocera di Soumahoro sarebbe l’unica iscritta nel registro degli indagati degli uffici giudiziari pontini ma non è escluso che, nel corso delle indagini e degli interrogatori possano emergere ulteriori responsabilità.
“È un anno che sono sindaco di Sezze e, amministrativamente parlando, tutte le vicende del Comune da 18 anni a questa parte non le conosco bene. – dice all‘Adnkronos il primo cittadino di Sezze Lidano Lucidi in merito alle indagini sulle attività di cooperative incaricate di assicurare servizi di accoglienza, e servizi connessi, per i richiedenti asilo e per i minori non accompagnati, nel territorio della provincia di Latina. – Quello che so è che la cooperativa Karibù godeva di fondi ministeriali che venivano girati al comune che a sua volta li utilizzava per far lavorare la cooperativa”.
Le attività riguardano le cooperative gestite dalla suocera e dalla moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, che si è autosospeso dal gruppo Alleanza Verdi-Sinistra.
“Questa cooperativa Karibù insisteva da circa 20 anni sul Comune di Sezze, aveva vinto la prima gara con i progetti Sprar, poi ci sarebbero state delle proroghe e nel 2019 c’è stata una nuova gara che la Karibù ha perso e da allora non lavora più sul territorio. – ha aggiunto Lucidi – Quindi una storia che è andata avanti per lungo tempo ma quando sono arrivato io come sindaco la cooperativa già non esisteva più”.
La situazione attuale “è difficile. Soprattuto vedo che è un sistema di accoglienza completamente fallito, un sistema che ha mostrato tutti i suoi difetti. E ora – evidenzia Lucidi spiegando quello che ha provocato tutta questo attivismo dietro cui si nascondeva il business dell’immigrazione gestito dalla famiglia di Soumahoro – ci troviamo un fenomeno dell’immigrazione sul territorio senza che ci sia una reale integrazione.”.
“Quindi stiamo subendo un fenomeno che non è stato governato e oggi ci troviamo in enormi difficoltà – rivela il primo cittadino di Sezze. – Nonostante stiamo facendo dei controlli sul territorio e abbiamo fatto anche dell’ordinanze di chiusura di case e strutture qualora non fossero in condizioni igienico-sanitarie favorevoli. Con i carabinieri abbiamo fatto e stiamo facendo un’azione importante sugli affitti in nero soprattutto nel centro storico, però il sistema è evidente che è stato del tutto fallimentare”.
“Non fa piacere stare in prima pagina per vicende giudiziarie, la comunità di Sezze non lo merita assolutamente: l’anno scorso lo scandalo del cimitero e ora questo, non lo meritiamo proprio”, ha concluso amareggiato Ludici facendo riferimento all’inchiesta sulla compravendita di loculi e sulla gestione del cimitero.
Che vergogna, togliete quella foto