Indagati per istigazione a delinquere i membri della band “P38-la gang” che inneggia alle Br

25 Nov 2022 8:57 - di Redazione
P38-la gang

Si indaga per istigazione a delinquere a carico dei quattro membri della band “P38 – la gang”, nota e apprezzata negli ambienti della sinistra estrema. La Procura di Torino, che aveva già un fascicolo aperto sul gruppo musicale, ha confermato la notizia e ha fatto sapere in una nota che carabinieri e polizia hanno dato esecuzione a 4 decreti di perquisizione nei confronti degli appartenenti alla band. Operazione che portato ad individuare materiale informatico utile alla prosecuzione delle indagini.

Il 1 maggio si esibirono in un circolo Arci a Reggio Emilia

P38 – La gang è il nome del gruppo che si ispira alle Br e si è esibito per il concerto dello scorso primo maggio in un circolo Arci, il Tunnel di Reggio Emilia in occasione della “Festa dell’Unità Comunista”. La band si autodefinisce «collettivo musicale artistico insurrezionale» e i membri si definiscono «trapper brigatisti». Astore, Papà Dimitri, Jimmy Pentothal e Yung Stalin sono i nomi degli animatori del gruppo. La loro produzione si ispira alle Br.

L’esaltazione dell’omicidio di Moro nei versi delle loro canzoni

Coerenti con il nome e le definizioni che si sono dati, i membri della “gang” cantano versi come «zitto zitto pagami il riscatto, zitto zitto sei su una Renault 4», chiamano il loro giro di esibizioni nei locali del circuito dell’estrema sinistra Br Tour, intitolano il loro album “Nuove Br” e mettono sulla copertina il disegno della Renault rossa col bagagliaio aperto e il cadavere di Aldo Moro dentro. Inutile dire, poi, che nel loro logo, sullo sfondo rosso e dietro la scritta P38, campeggia una stella a cinque punte.

C’è stato grande scandalo per l’esibizione in un circolo “Arci” del gruppo ma da almeno due anni – come ha scritto Massimiliano Mazzanti sul Secolo – si manifestano nel panorama underground della sinistra e ne vengono coccolati.

Il video girato sotto le finestre della Regione Emilia Romagna

Anzi – faceva notare Mazzanti – “per realizzare il loro video “Ghiaccio Siberia” – pezzo in cui, tra uno sventolare di bandiere rosse, della Corea del nord e dell’immancabile fronte “Antifa”, si grida di “sparare alla polizia”, di “sparare al pentito dal Muro di Berlino”, di “mettere bombe in Confindustria” – la Regione Emilia Romagna diede ai “P38” anche il permesso di girare le scene sul piazzale dell’istituzione che, per inciso, a Bologna, si trova nella strada dedicata ad Aldo Moro”.

Nel mirino dei P38-La gang anche Giorgia Meloni

Nel mirino dei P38-La Gang anche Giorgia Meloni. Lo denunciò sempre nel maggio scorso Giovanbattista Fazzolari, che era andato a spulciare tra le pieghe del testo della  canzone Moda italiana. Che recita letteralmente: “Poi vota Fratelli d’Italia/Se avessi davanti la faccia di Giorgia/ Ti giuro che a lei servirebbe una plastica”. Giorgia Meloni, dopo l’esibizione nel circolo Arci della band, aveva chiesto al Pd di prendere le distanze, ma il consiglio comunale di Reggio Emilia grazie ai voti di Pd e M5S respinse l’odg in cui si chiedeva da parte della Lega l’eventuale costituzione di parte civile in caso di processo per il concerto ospitato dal circolo Tunnel.

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