La Carfagna ha trovato casa e famiglia con Calenda e Renzi: contro i “mostri” ci sono loro
In pochi mesi Mara Carfagna ha fatto il grande salto passando direttamente da Forza Italia al Terzo Polo per poi diventare presidente di Azione. Sembra aver “trovato casa e famiglia”. Parla con entusiasmo di “Carlo e Matteo”, cioè di Calenda e Renzi, i salvatori della patria, che l’hanno salvata dagli artigli mostruosi dei sovranisti. Tira qualche calcio di troppo ai suoi ex amici. E finisce tritata dai social. «Azione è un partito giovane ma è anche un partito molto consapevole del suo ruolo al centro dello scenario politico italiano. Solido nei suoi valori e nei suoi ideali». Quale sia questo patrimonio di valori e di ideali è tutto da capire, lei ne parla genericamente in un’intervista al “Corriere della Sera”. E quell’intervista finisce in varie pagine di Facebook, scatenando la rabbia e l’ironia degli utenti.
Carfagna e il veleno sui sovranisti
La Carfagna dribbla e torna a punzecchiare gli azzurri: «Ho sempre cercato di tenere i liberali e i moderati di Forza Italia su una linea di coerenza. E quindi anche di resistenza al sovranismo e al populismo della Lega e di Fratelli d’Italia», dice. È più comodo attaccare gli altri che “giustifiacarsi”, viste le accuse di essere una voltagabbana che piovono a valanga sul web. Arriva al punto di dire: «Sono stati anni di sacrifici fatti dai cittadini e poi buttati al vento dalla politica populista. Penso ai 30 miliardi spesi tra Quota 100 e reddito di cittadinanza. E sono stati anche anni di vergogne istituzionali, come il Papeete o le dirette di Salvini dal tetto del Viminale. I moderati italiani avrebbero dovuto smarcarsi e invece non è successo. E dopo quattro anni di battaglie interne, davanti alla scelta folle e incomprensibile di accodarsi ai sovranisti per mandare a casa il governo Draghi, io ho deciso di fare le mie scelte».
«Nessuno di noi ha avuto accesso a Berlusconi»
Irriconoscente pure nei confronti di Forza Italia: «Dal 2018 ha smesso di essere un partito di centro». E lancia altri sospetti sugli azzurri: «Con molti di loro avevo e ho dei rapporti di amicizia. E tanti mi esprimono anche il disagio di trovarsi in quel partito». Il Cav? «Io l’ho chiamato nei due, tre giorni della crisi del governo Draghi. Lo hanno fatto anche altri ministri di Forza Italia, ma nessuno di noi ha avuto accesso a Berlusconi. L’ho sentito poi, il giorno in cui è caduto Draghi, per dirgli che era un errore. Per correttezza, ci ho parlato qualche giorno prima che maturassi la decisione di entrare in Azione».
Carfagna e il rapporto con Calenda e Renzi
Non sarà facile convivere con due primedonne come Carlo Calenda e Matteo Renzi? «Tutti pensavano», risponde Carfagna, «che si sarebbero divisi un attimo prima delle elezioni o un secondo dopo. Invece hanno avuto l’intelligenza politica di mettere l’impresa di ricostruire il centro davanti a ogni personalismo. Certo, hanno due caratteri forti, ma anche io ho il mio…».