La Meloni a Vespa: «Ce la farò perché non ho l’ossessione dei sondaggi e della rielezione»
Una Giorgia Meloni a tutto campo, quella intervenuta alla presentazione del libro “La grande tempesta – Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto energetico. La Nazione di Giorgia Meloni“, di Bruno Vespa. Emblematica la domanda rompighiaccio del giornalista: «Perché lei dovrebbe riuscire dove i diciassette governi precedenti hanno fallito, in fatto di crescita del prodotto interno lordo». La risposta è di quelle che ti aspetti. Questa: «L’unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri è che non lavorerò per restare in questo posto. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi. Tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi. Se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente».
Così la Meloni alla presentazione del libro del conduttore
La presentazione del libro del giornalista più famoso d’Italia è, per il premier, l’occasione per spaziare un po’ su tutto. A cominciare dalla Ue. «La mia idea di Europa – spiega la Meloni – è quella di un’Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà. Non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi». Principio giusto, visto che – ricorda – abbiamo avuto un’Europa invasiva nelle piccole cose e assente nelle grandi materie. «Non converrebbe – chiede – lasciare agli Stati nazionali il dibattito sul diametro delle vongole e occuparsi invece a livello comunitario dell’approvvigionamento energetico?».
«Prevale sempre l’interesse nazionale»
In agguato c’è la querelle su quale diritto prevalga, quello Ue o quello nazionale. La Meloni ha buon gioco nel ricordare che «la Corte costituzionale tedesca ha fatto prevalere nei casi più delicati l’interesse nazionale e quindi, a volte, il diritto interno». Fatale che a questo punto il discorso cada sulla direttiva Bolkestein sulla concorrenza, in questo caso sulle licenze per le spiagge. «Vogliono costringere noi a fare le aste per le assegnazioni nel 2023 – scandisce la Meloni -, mentre altri paesi hanno prorogato le concessioni. Per me questa disparità è incostituzionale».
Un “piane Mattei” per l’Africa
Dove invece la Ue è la grande assente è sui migranti. La politica del governo, invece, rivendica il premier, è «cambiata fin dai primi giorni». In particolare è cambiato l’approccio strategico. Significa considerare l’immigrazione un problema di politica estera e di geopolitica. Per Meloni, infatti, «l’unico modo per risolverlo è far parlare l’Africa con l’Europa». È il motivo per cui ha lanciato il “piano Mattei“, il fondatore dell’Eni che riscattò i Paesi produttori di petrolio dal colonialismo delle grandi compagnie americane.
Meloni: «Il blocco navale è il “piano Sophia”»
Accanto a questo c’è il contrasto all’immigrazione illegale. Il blocco navale, spiega, è la terza fase, «mai attuata», dell’operazione Sophia, nata nel 2015. Prevedeva di estirpare alla radice il sistema organizzativo del contrabbando di esseri umani. «Se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti – è la tesi della Meloni -, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata».
«Faremo noi il disallineamento gas elettricità»
Ma il capitolo più atteso è quello della manovra di bilancio. «La legge finanziaria per il 2023 non ha soldi, come farete?», chiede Vespa. Il premier indica come prioritario «il taglio delle bollette per chi è in difficoltà». E poi aspettare marzo, cioè la fine dell’inverno. Quindi la promessa: «Se l’Europa non riuscisse a tagliare l’allineamento del costo del gas da quello dell’energia elettrica, che è fonte di grandi speculazioni, lo faremo noi». Infine il reddito di cittadinanza. Su come uscirne la Meloni ha le idee chiare: «Garantendo un dignitoso sussidio a chi realmente non ha la possibilità di lavorare e, in alcuni casi, migliorandolo (si pensi agli invalidi). Per gli altri intendiamo attingere al fondo sociale europeo per avviare al lavoro chi può attraverso corsi di formazione retribuita».