La sinistra sbarra il passo alla Moratti. Sala: «Candidarla con noi? La vedo difficile»
Il bottino delle dimissioni è alquanto magro. Di tangibile al momento ci sono solo i complimenti di Carlo Calenda: «Letizia Moratti è stata coraggiosa». Un po’ poco (con tutto il rispetto) per puntare al Pirellone in versione di terzo incomodo tra centrodestra e sinistra alleata con i 5Stelle. Ma tant’è: la voglia di candidarsi a tutti i costi può scatenare strane sensazioni, a cominciare da quella di sentirsi indispensabili. E così dev’essere stato per la Moratti che ieri si è rumorosamente dimessa da assessore regionale al Welfare archiviando una lunga militanza nel centrodestra che l’ha portata prima alla presidenza della Rai, quindi al governo con Berlusconi, sindaco di Milano e, infine, assessore del leghista Attilio Fontana.
Ieri Moratti si è dimessa dal Pirellone
Un pedigree politico che oggi fa storcere il naso non solo alla sinistra dura e pura ma anche a esponenti di quella più moderata come Beppe Sala. L’attuale primo cittadino di Milano, di fronte alla possibilità di candidare la Moratti alle regionali del prossimo marzo, l’ha messa giù così: «La vedo difficile». E anche il Terzo polo, che pure ha intensamente corteggiato donna Letizia, avrebbe difficoltà a mollare al suo destino Carlo Cottarelli dopo aver raggiunto con il Pd un abbozzo di intesa sul suo nome. Tanto più che Calenda al suo attivo ha già il clamoroso voltafaccia di agosto, quando stracciò l’accordo sottoscritto quarantotto ore prime con Enrico Letta. Probabile, quindi, che si fermi ai complimenti.
A marzo in Lombardia si vota
Resta perciò da chiedersi dove mai potrà approdare l’avventura della Moratti una volta girate le spalle al centrodestra e senza una chiara prospettiva di ripescaggio a sinistra. Il personaggio è tutt’altro che istintivo e c’è già chi scommette che se lo scenario dovesse confermarsi ostico, molto difficilmente sarebbe della partita. Le poche carte che ha deve giocarle adesso con l’obiettivo di modificare il contesto che oggi le è sfavorevole. Facile solo a dirsi perché è altamente improbabile che Pd e Terzo polo arrivino a disfarsi di Cottarelli per imbarcare una Moratti ancora ornata dei galloni conquistati con il centrodestra. Soprattutto ora che la sinistra ha un dannato bisogno di identità.