Lazio, centrosinistra in alto mare: Pd in bilico tra D’Amato e primarie per non ripetere l’errore delle politiche
Per ora di candidatura unitaria non c’è traccia. La scelta del candidato alla successione di Zingaretti per il centrosinistra è un percorso a ostacoli. Sul tappeto la candidatura di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità diventato popolare per la gestione della pandemia. Un nome che piace molto a Calenda, che si è precipitato a dare il su via libera allontanando così la possibilità, per ora remota, di un riavvicinamento del Nazareno ai 5Stelle. Ma che piace molto poco alla sinistra della coalizione e non convince la sinistra interna. In casa dem si dibatte su una doppia ipotesi che prevede anche il ricorso alle primarie per aprire al dialogo con tutte le forze di opposizione.
Lazio, il Pd a un bivio: D’Amato o primarie?
La road map sarà definita a partire da domani, quando è convocata la direzione generale. Mercoledì, invece, una riunione di coalizione dovrebbe chiudere la partita in vista delle urne di febbraio. “Sarà la coalizione a decidere se fare le primarie. D’Amato è disponibile a farle”, aveva spiegato il segretario regionale del Pd Bruno Astorre annunciando la candidatura dell’assessore alla Salute per i dem. Quello della Direzione Pd è un passaggio obbligato per formalizzare la candidatura D’Amato. Il tempo stringe. Le date ipotizzate per il voto sono il 5 o il 12 febbraio ma c’è chi non esclude un ‘election day’ il 5 marzo. Il Pd deve anche tenere d’occhio le scadenze nazionali. Primarie e anticipo del Congresso potrebbero creare un ingorgo tra gazebo.
La minoranza interna contesta il metodo
Non tutto il partito di Letta è convinto della candidatura dell’assessore alla Salute della giunta Zingaretti. Che qualcuno considera una fuga in avanti, anche se l’interessato da mesi sta pedalando per correre a governatore del Lazio. Tra i più scettici sul percorso, non partecipato, che ha incoronato D’Amato candidato del Pd c’è Marco Miccoli. In caso di primarie è pronta a scendere in campo la consigliera della lista Civica Zingaretti Marta Bonafoni, il cui nome era circolato anche per un ticket con D’Amato. Che oggi, a un Giorno da Pecora, ha confermato la volontà di essere il candidato unitario di tutto il centrosinistra. Dal Terzo Polo ai rossoverdi. “M5S ha scelto di stare fuori: ora sta a loro, gli avversari sono dall’altra parte”.
Il via libera di Calenda indispettisce Si e Verdi
Dopo la rottura con Conte e l’addio del campo largo c’è il rischio di ripetere lo schema perdente delle politiche. “Il punto – ragiona un parlamentare romano del Pd – è assicurare al candidato del centrosinistra il massimo appoggio possibile”. In quest’ottica si ragiona se tenere o meno le primarie. Il leader di Azione si fa desiderare anche se ha già detto che sarà della partita. Calenda non sarà ai gazebo ma ha garantito in ogni caso il suo appoggio a D’Amato. Mossa che ha molto indispettito l’ala sinistra della colazione con Sinistra italiana e Verdi. “Chi dà la linea programmatica, Calenda o il candidato alla presidenza della Regione Lazio?”, ha chiesto Angelo Bonelli. Tra gli altri alleati, il Psi ha avviato un confronto interno in questi giorni dal quale è emerso un giudizio positivo su D’Amato (“è una buona candidatura”) ma anche l’auspicio di tenere insieme un fronte più ampio possibile.