L’Egitto torna a stupire: scoperta la piramide di Neith, regina “perduta”. Zahi Hawass: «Riscrive la storia»
L’antico Egitto torna a stupire: dopo la scoperta, appena una decina di giorni fa, di un tunnel sotto l’antico tempio di Taposiris Magna, che potrebbe condurre alla tomba di Cleopatra, oggi dall’antica necropoli di Saqqara, a Giza, arriva la notizia della scoperta della piramide di un’antica regina egiziana finora non documentata, Neith, insieme a un deposito di oltre 300 bare, 100 mummie e centinaia di manufatti e una serie di tunnel interconnessi. «È incredibile riscrivere letteralmente ciò che sappiamo della storia, aggiungendo una nuova regina ai nostri libri», ha annunciato il famoso egittologo Zahi Hawass, ex ministro delle Antichità egizie, parlando con ArtNews.
In Egitto scoperta la piramide della regina “perduta” Neith
Il sito si trova a circa 30 km a sud del Cairo, non lontano dalla tomba di Tutankhamon. Gli archeologi egiziani vi hanno scavato per circa due anni e già all’inizio di quest’anno avevano portato alla luce cinque tombe dipinte, quella di un dignitario e il sarcofago del tesoriere di re Ramses II. Inizialmente gli archeologi si erano concentrati sulla vicina piramide di Teti, primo re della sesta dinastia dell’Egitto. Il re era «adorato come un dio nel periodo del Nuovo Regno, e quindi le persone volevano essere sepolte vicino a lui», ha spiegato ancora Hawass. «Tuttavia – ha aggiunto – la maggior parte delle sepolture conosciute a Saqqara in precedenza provenivano dall’Antico Regno o dal Periodo Tardo. Ora abbiamo trovato 22 pozzi interconnessi, che vanno da 9 a 18 metri, tutti con sepolture del Nuovo Regno». Lì, sepolti all’interno di questi pozzi, gli archeologi hanno trovato un enorme sarcofago in pietra calcarea e 300 bare del periodo del Nuovo Regno, noto anche come Impero Egiziano, che durò dal VI secolo a.C. all’XI secolo a.C.
Zahi Hawass spiega l’importanza del ritrovamento
«Prima non si sapeva che le sepolture del Nuovo Regno fossero comuni nell’area, quindi questo è del tutto unico per il sito», ha chiarito Hawass, sottolineando che «le bare hanno volti individuali, ognuno unico, distinguendo tra uomini e donne, e sono decorate con scene dell’antico testo funerario egiziano Libro dei Morti. Ogni bara riporta anche il nome del defunto e spesso mostra i Quattro Figli di Horus, che proteggevano gli organi del defunto». All’interno delle bare gli archeologi hanno trovato i corpi di mummie ben conservate.