Lombardia, Moratti si dimette da assessore: «Non c’è più rapporto di fiducia con Fontana»

2 Nov 2022 12:37 - di Redazione
Moratti

Letizia Moratti lascia il Pirellone. L’ex-ministro dell’Istruzione ha infatti rassegnato le dimissioni da assessore al Welfare della regione Lombardia per il «venir meno – ha spiegato – del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana». Rimarrà comunque «a disposizione della regione Lombardia» per «un ordinato passaggio di consegne dello stato di avanzamento dei progetti che ho e abbiamo attivato». Lei stessa ha definito il proprio gesto come «un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi». Un dissenso politico, come si vede, che non mancherà di produrre conseguenze sugli scenari del centrodestra lombardo. E non solo.

Letizia Moratti aveva la delega al Welfare

Prova ne siano le motivazioni “extra-regionali” addotte dalla Moratti, a cominciare dai «provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia». L’assessore dimissionario si riferisce alle misure recentemente approvate dal governo nazionale. «Registro con preoccupazione – ha detto – la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini». La Moratti ha definito queste tre decisioni altrettanti «esempi emblematici di una diversa impostazione politica in questo ambito». E qui il livello di critica dell‘ex-assessore investe il livello nazionale ben più di quello lombardo.

«Fiera dei successi raggiunti»

«Credo – ha infatti aggiunto – che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il Covid lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi». Una campagna riuscita grazie al concorso di più fattori. La Moratti ha citato prima  la «straordinaria responsabilità civica» dei cittadini e poi «l‘enorme impegno» di medici, infermieri, militari, Protezione civile e volontari. Tutti protagonisti di un «processo che ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo» per adesione e copertura. «Un successo – ha concluso la Moratti – di cui essere fieri e che ora  viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido».

 

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