Manovra, la piazza convocata dal Pd “costringe” Landini a evocare lo sciopero
Se contro la manovra economica Enrico Letta ha scelto di mobilitare la piazza subito dopo l’annuncio del governo, Maurizio Landini ha atteso quattro giorni prima di pronunciare la parola sciopero. Ma tanto il leader del Pd quanto il segretario generale della Cgil assecondano un copione già scritto. Il primo ha necessità di certificare la propria esistenza in vita, il secondo ha l’esigenza di non farsi scavalcare dai dem e di dettare la linea a Cisl e Uil, con i cui leader – ha annunciato – «mi incontrerò nei prossimi giorni». Staremo a vedere. «Non escludiamo nulla. La manovra secondo noi è sbagliata», ha detto ancora Landini, rispondendo a una domanda sullo sciopero.
Landini: «Flat tax e voucher scelte gravi»
Per poi aggiungere: «Non avendo ad oggi nessun luogo di confronto, né alcuna certezza che ci siano possibilità di modifiche, è evidente che dobbiamo pensare a qualsiasi iniziativa e, siccome i tempi sono molto stretti, dobbiamo pensare anche a forme creative di mobilitazione, per far conoscere la gravità di alcune scelte compiute, penso alla flat tax e ai voucher». E qui il segretario generale della Cgil non la racconta giusta. Perché il confronto con il governo c’è stato prima. Quanto invece alle possibilità di modifiche, sarà il Parlamento a stabilirle.
La Cgil non ha piattaforma rivendicativa
Quel che dunque emerge con assoluta nettezza dalla presa di posizione di Landini, è la logica del partito preso. La Cgil va in piazza perché in fondo così si fa quando il governo approva e presenta la legge finanziaria. Landini lo ha fatto con Draghi e ora è pronto a concedere il bis contro la manovra della Meloni. Ma è un rito del tutto sganciato da motivazioni reali, da quella che in gergo sindacale si chiama “piattaforma rivendicativa“. Al momento, di tutto questo c’è poco o niente. Landini, insomma, si mantiene sulle generali. Così come generica è la sua risposta a chi gli ha chiesto dello sciopero: «Chi paga questa manovra e questa logica è il mondo del lavoro». Ma come potrebbe la Cgil starsene a casa se in piazza, il 17 dicembre, ci va il Pd?