Manovra, Meloni incontrerà Calenda la prossima settimana. Crisi di nervi a sinistra
Un incontro tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda sarebbe fissato per la prossima settimana. La notizia è filtrata come indiscrezione nella serata di ieri e non risulta smentita. Lo stesso Calenda, che aveva chiesto un confronto con il premier sui temi della legge di bilancio, stamattina ha scritto su Twitter che «incontrare il governo sulla manovra è importante». «L’opposizione non si fa andando sempre in piazza, ma proponendo alternative. E la politica non è una guerra perenne tra nemici, ma un confronto tra avversari nell’interesse del Paese», ha aggiunto Calenda, ringraziando Meloni per la disponibilità.
Calenda sull’incontro con Meloni: «Nei Paesi maturi maggioranza e opposizione si parlano»
L’apertura di Meloni e Calenda non dovrebbe sorprendere. In fondo, la linea di una opposizione responsabile che cerca il confronto aperto sui temi prima dello scontro di posizione è stata inaugurata proprio dal premier, con la formula dell’opposizione patriottica, durante il governo Draghi. Eppure, un giornale come Repubblica l’hanno voluta leggere come una mossa legata a presunte beghe interne al centrodestra. Secondo il quotidiano, il premier spererebbe «in una sponda anti FI». Un titolo rilanciato da Calenda su Twitter con il commento: «Non ci sono oscure trame o promesse di “stampelle”, ma il normale dialogo che avviene in tutti Paesi maturi tra maggioranza e opposizione che tali restano. Cerchiamo di “normalizzare” la politica italiana e di legarla ai contenuti; basta conflitto ideologico infinito».
Il leader di Azione getta ulteriore scompiglio a sinistra
In realtà, se si vogliono analizzare le conseguenze sugli equilibri politici della scelta di Calenda di cercare la strada del dialogo – trovandola – è piuttosto nel campo della sinistra che bisogna guardare. L’appello al dialogo lanciato dal leader di Azione, infatti, è arrivato nel bel mezzo della chiamata alla piazza da parte di M5S e Pd, rispetto alla però ancora non si capisce bene se andranno insieme o separati e con quali dinamiche. Insomma, mentre le altre forze di opposizione gettavano le basi per l’ennesima lite da pollaio, Calenda si smarcava dicendo che «delle manifestazioni sulla finanziaria “non me ne può fregar di meno”» e provocando un principio di crisi isterica fra i dem. «Un pezzo dell’opposizione invece di farla alla maggioranza, la fa al Pd», ha detto Andrea Orlando.