Migranti, anche Bruxelles contro il «Far west» delle Ong. Piantedosi: «Siamo molto soddisfatti»
Un codice di condotta per le Ong, perché non possono trasformare il Mediterraneo nel «Far west». Al termine del Consiglio Affari interni straordinario convocato dall’Ue sul tema dei migranti, è stato il vicepresidente greco della Commissione Margaritis Schinas, responsabile per le migrazioni, a chiarire che Bruxelles si trova d’accordo con la la linea del rispetto delle regole incardinata dall’Italia. «Le operazioni delle Ong non sono un tabù, non sono qualcosa che non deve essere discusso. Vanno discusse perché parliamo della vita delle persone. Le operazioni delle Ong non possono avvenire nel selvaggio, selvaggio west», ha chiarito Schinas, sottolineando che «serve ordine, un quadro di cooperazione, dialogo con Stati membri e Ong».«Serve impegno per un sistema ordinato. E penso – ha sottolineato il Commissario – che questo sia possibileMigranti, anche Bruxelles contro il «Far west» delle Ong. Piantedosi: «Siamo molto soddisfatti».
L’Ue contro il «Far west» delle Ong. Piantedosi: «C’è molta soddisfazione»
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dunque commentato l’esito del Consiglio spiegando che «c’è molta soddisfazione». «C’è stata la presentazione del piano proposto dalla commissione Ue, ci sono state discussioni convergenti». Il ministro ha spiegato che il piano «ripercorre quello che l’Italia aveva sempre detto, cioè un’azione forte dell’Europa sia per migliorare il sostegno ai Paesi di origine e transito dei flussi migratori sia per sviluppare contenimento delle partenze e migliorare i rimpatri» ed «è stato apprezzato da tutti». Fra le questioni di merito «si è affrontato anche il discorso condividere al più presto coordinamento maggiore dei meccanismi Sar, che avvengono nel Mediterraneo ma non solo» e rispetto alle Ong «non si è trattato di casi singoli né di gestione operativa», perché questi incontri «sono luoghi dove si stabiliscono regole, metodologie e strategie».
Nessuna richiesta all’Italia
Inoltre, ha chiarito ancora il ministro non vi è stata alcuna richiesta all’Italia: «Non sono questi i contesti in cui questo possa avvenire. Mi attengo a quello che si è detto in riunione, c’è stata convergenza di posizioni e apprezzamento». Infine, Piantedosi, rispondendo a una domanda dei cronisti sui rapporti con la Francia, ha detto che sono «normalissimi e buonissimi: non c’era necessità di un confronto. Ho stretto la mano e salutato con cordialità tutti i partecipanti, ho registrato da parte loro e di tutti cordialità e condivisione».
Ma la Francia non ci vuole stare
Dunque, un atteggiamento di responsabilità, che mira a far rientrare le tensioni che si sono create nelle scorse settimane sul tema migranti. Ma che Parigi non sembra voler condividere. Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, al termine del vertice ha rilasciato un’altra delle sue ormai consuete dichiarazioni incendiarie: «Se l’Italia non accoglie le imbarcazioni, non accetta il diritto marittimo e il principio del porto più sicuro, non vi è alcun motivo perché il Paese che garantisce le rilocalizzazioni sia lo stesso che accoglie le imbarcazioni o accoglie direttamente i migranti dall’Africa o dall’Asia». Dunque, la Francia ha deciso che continuerà a non onorare il meccanismo di solidarietà per il ricollocamento dei migranti sbarcati in Italia, proseguendo in un insensato braccio di ferro nel quale però appare sempre più debole, a maggior ragione dopo il Consiglio straordinario di ieri.