Migranti, il vescovo di Ventimiglia: «La Francia poco umana e poco leale. L’Italia va sostenuta»

12 Nov 2022 17:58 - di Natalia Delfino
migranti ventimiglia

«Non improntato all’umanità» e «poco leale» rispetto alla solidarietà europea. A definire così l’atteggiamento della Francia è il vescovo di Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, che dal suo osservatorio nella città di confine valuta ciò che sta succedendo in questi giorni sul tema migranti, sottolineando che l’Italia ha posto una questione reale e aggiungendo che anche sul tema delle Ong bisogna fare chiarezza, perché «un conto è il soccorso in mare» e «altro conto è anche indirettamente agevolare quelli che sono i traffici di esseri umani».

Il vescovo di Ventimiglia: «Sui migranti dalla Francia atteggiamento poco umano e poco leale»

Intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos, monsignor Suetta ha spiegato di trovarsi d’accordo con chi valuta la reazione della Francia «spropositata, anche perché – ha sottolineato – la Francia non ha grandi ragioni da proporre». «Naturalmente è uno degli interlocutori che legittimamente può dire la sua parola, come altrettanto doverosamente deve assumere gli oneri», ha proseguito il prelato, aggiungendo che «io, ragionando dalla prospettiva di Ventimiglia, faccio notare come l’atteggiamento della Francia nei confronti di Ventimiglia sia, da un punto di vista dei migranti, non improntato a umanità e, dal punto di vista della solidarietà europea, poco leale». Poi il ricordo del fatto che «la Francia ha sospeso Schengen anni fa con la ragione valida del terrorismo, ma queste ragioni devono però essere contemperate con la situazione generale. Quindi bisogna distinguere, e certamente uno stato come la Francia ha la possibilità di farlo, tra il sovversivo e il povero migrante. In secondo luogo la Francia deve attivare una collaborazione leale con l’Italia».

«L’Italia ha posto una questione reale: deve essere sostenuta»

Quanto ai temi posti dal governo, Suetta ne ha riconosciuto la validità, senza scandalizzarsi per quelli che sono stati definiti “sbarchi selettivi”, «perché ci sono due aspetti da considerare: uno è la redistribuzione dei migranti nel contesto europeo, ed è vero che questo si fa, ma è altrettanto vero che questo deve essere fatto nelle adeguate proporzioni. C’è poi un secondo aspetto, che l’Italia per ragioni geografiche si trova in un avamposto e di conseguenza deve essere sostenuta e coadiuvata anche in questo speciale frangente. Vero è che la maggior parte dei migranti non vogliono fermarsi in Italia, ma è altrettanto vero che almeno all’inizio della loro avventura in Europa hanno a che fare con l’Italia, quindi questo deve essere un aspetto adeguatamente gestito».

L’auspicio del vescovo di Ventimiglia: «L’Europa assuma la regia sui migranti»

«Mi auguro che sia l’Europa ad assumere quanto prima la regia di una gestione completa del fenomeno in tutti i suoi aspetti, il che vuole dire accoglienza e redistribuzione. Poi ci va quello che il Papa dice sempre: dopo l’accoglienza, integrazione e promozione. L’Europa deve assumere la regia di questo processo nella sua completezza», ha quindi aggiunto il vescovo di Ventimiglia, ridimensionando quanto accaduto tra Francia e Italia. «Secondo me, non sono veri e propri incidenti diplomatici, ma scaramucce. L’Italia è spinta dall’emergenza, Macron è stato spinto dagli equilibri della sua politica interna. Per cui ci possiamo comprendere a vicenda. Bisogna lasciare da parte le scaramucce e – ha quindi esortato Suetta – attuare una vera cooperazione per affrontare il fenomeno che indubbiamente è epocale ma deve avere come primo punto di riferimento l’umanità e l’accoglienza e poi deve avere una giusta proporzione da parte dei vari Stati della comunità europea».

Le Ong? «Un conto è il soccorso, altro conto è agevolare i traffici di esseri umani»

Infine una riflessione sulle Ong. «Queste associazioni, che naturalmente nascono con scopo benefico e solidale, è però necessario che valutino bene il loro raggio d’azione. Un conto – ha chiarito il vescovo di Ventimiglia – è il soccorso in mare, e questo è fuori dubbio che sia in assoluto una benemerenza di chi lo fa, altro conto è anche indirettamente agevolare quelli che sono i traffici di esseri umani. Con questo, non intendo imputarlo ai migranti che sono poveri, hanno bisogno della nostra accoglienza e della nostra risposta, il mio discorso è rivolto a chi – ha concluso – in maniera delinquenziale, possa approfittarsi delle esigenze dei più poveri».

(Foto di monsignor Suetta dal sito della diocesi di Ventimiglia)

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