Murgia si lagna con Letta. Letta si lagna replicando a Murgia. La sinistra è ormai tutta un piagnisteo
“Gentile Michela Murgia, non so se, come lei ha suggerito ieri qui su La Stampa, gli intellettuali facciano “comodo” al Pd. Se con questo intende una funzione di pungolo del dibattito pubblico sì, ci fanno molto comodo. Anzi, mai come oggi, direi che ne abbiamo bisogno. Per rialzarci dopo la sconfitta, ogni stimolo, anche il più corrosivo, può contribuire ad alimentare un confronto”. Enrico Letta replica oggi sulla Stampa alla lettera aperta di lagnanze che gli aveva inviato Michela Murgia.
Quest’ultima, in sintesi, aveva rimproverato al Pd di fare un’opposizione assai scarsa. E così tocca agli intellettuali (cioè lei e Saviano) opporsi con forza al “fascismo governativo”, attirandosi con ciò gli strali dell’elettorato di destra. “Perché siamo noi – scrive Murgia – quelli che i capi dell’estrema destra espongono alla rabbia della loro base sui social media? Come mai la destra si comporta come se la sua opposizione fossero gli intellettuali, invece che gli avversari politici seduti in parlamento?”. Insomma una lagna. Cui Letta replica con un’altra lagna. Della serie: ma come? Noi sempre in prima fila quando si è trattato di difendere i rave e gli sbarchi e proprio voi intellettuali di sinistra ci date addosso?
Due lagne che portano acqua al fiume del piagnisteo che la sinistra sta animando dal 25 settembre. E che si congiunge con l’infinito dibattito su cosa dev’essere il Pd e su quanto sia viva la sinistra. Con Fausto Bertinotti, anche lui lagnoso come sempre, che avverte per la centesima volta che “guardate, la sinistra è morta”. Con Elly Schlein che spiega che occorre farla finita con “il mantra neoliberista della disintermediazione“. Un linguaggio incomprensibile, frutto della sinistra dello schwa. In pratica o la lagna o cose che non si capiscono. Per forza che poi gli elettori di sinistra sono disorientati e non sanno se affidarsi a Bonaccini o all’estremismo radical chic della Schlein. I due infatti sono testa a testa nei sondaggi sul futuro nuovo leader del Pd come rifersice Alessandra Ghisleri oggi sulla Stampa.
Il povero Letta, che prende schiaffi da tutte le parti, chiede nella sua replica agli intellettuali aiuto e sostegno. A che scopo? Fare in modo che il Pd rappresenti “oltre cinque milioni di italiani lontani, culturalmente e antropologicamente quasi, da questa destra”. E su quell’antropologicamente ci sarebbe tanto da dire. Uno scivolone lessicale che sottintende il solito razzismo alla rovescia, quel percettibile senso di superiorità che isola la sinistra dal resto del mondo e la rende, oltre che antipatica, perdente.