Nadef, 21 miliardi per contrastare l’aumento dei costi dell’energia. Più 9 di extragettito
La Nadef, approvata dal Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, destina per il 2023 circa 21 miliardi di euro alle misure di contrasto all’aumento dei costi energetici, da cui deriva anche l’impennata dell’inflazione. A queste risorse si aggiungono circa 9 miliardi derivanti dal cosiddetto extragettito del 2022.
Nadef, dl aiuti quater
«Il governo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def e di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell’energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre. Con un apposito decreto-legge in corso di perfezionamento, il cosiddetto “Aiuti quater”, oltre alle suddette misure, si disporrà, in particolare, la copertura degli effetti finanziari degli acquisti di gas naturale effettuati nei mesi scorsi dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse), pari a 4 miliardi, rimuovendo la previsione di legge che il gas acquistato dal Gse venga rivenduto entro la fine del 2022». È quanto si legge nella Nadef pubblicata oggi.
Poiché la recente caduta del prezzo nazionale del gas potrebbe essere temporanea, si legge nel documento, «ciò consentirà di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica anziché cristallizzare immediatamente le relative perdite. I proventi attesi in base ai prezzi a termine del gas saranno percepiti e contabilizzati nel 2023».
Sull’occupazione
Nella Nadef che è stata pubblicata c’è un capitolo dedicato all’occupazione. Eccolo. Sul fronte del mercato del lavoro, a settembre l’occupazione ha ripreso a crescere e il tasso di disoccupazione è risultato pari al 7,9%, invariato rispetto ad agosto e al minimo dal 2009 ad oggi. In risposta alla prevista perdita di slancio dell’attività economica, la dinamica dell’occupazione è stata corretta lievemente al ribasso nel 2023. Ciononostante, anche in ragione degli andamenti della forza lavoro, la previsione del tasso di disoccupazione viene rivista lievemente al ribasso rispetto alla Nadef di settembre nel 2022 (8,1%, -0,1 punti percentuali) e viene confermata all’8% nel 2023, al 7,7% nel 2024 e al 7,5% nel 2025.