Nord Stream, l’esplosivista Coppe al “Secolo”: forse tritolo, T4 o pentrite. I sismografi possono dircelo

18 Nov 2022 13:58 - di Silvio Leoni
I periti della strage di Bologna, l'esplosivista Danilo Coppe e il medico legale, Stefano Buzzi

Il maggior esperto italiano di esplosivi, il geominerario di Parma Danilo Coppe, autore, fra l’altro dell’abbattimento controllato degli spezzoni del Ponte Morandi a Genova, ritiene che potrebbero aver usato esplosivi impermeabili come tritolo, Rdx , chiamato anche T4, o pentrite gli sconosciuti, che la notte fra l’1 e il 2 settembre scorso si sono immersi nelle gelide acque del mar Baltico, nei pressi dell’isola di Bornholm, per piazzare le cariche che hanno distrutto, in due punti separati, i gasdotti Nord Stream 1 e 2 isolando dal punto di vista energetico la Russia dai suoi clienti europei, come Germania e Italia.

“Sono tutti esplosivi potenti, impermeabili e che possono essere utilizzati tranquillamente sott’acqua”, dice Coppe.

Le indagini del team svedese condotte sul fondo del mar Baltico hanno trovato tracce di esplosivi su vari reperti estranei ai gasdotti e anche due crateri di circa 3-5 metri di profondità a distanza di 250 metri circa l’uno dall’altro., come ha rivelato oggi il procuratore.

Coppe, che addestra forze dell’ordine e forze speciali ad analizzare un sito post-esplosione osservando il contesto la spiega così la scena del delitto, ragionando con la mentalità dell’attentatore “È chiaro che se devi  ‘annullare’ un’infrastruttura devi fare in maniera che non sia facilmente riparabile e, quindi, se avessero fatto solo una falla era facile, con una “campana”, ripararlo. E, invece, così, in due punti distanti per lunghi tratti, devo rifarlo, non dico daccapo ma quasi”.

I sismografi danesi hanno registrato le esplosioni, confermando che non era un terremoto ma un altro tipo di esplosione.

Non c’è dubbio che si sia trattato di esplosioni”, assicurò , nell’immediatezza, all’emittente svedese Stv,  Bjorn Lund, docente di sismologia e direttore della rete sismica nazionale svedese: “si vede chiaramente come le onde rimbalzino dal fondo alla superficie. Non c’è dubbio che sia stata un’esplosione”.

Una delle esplosioni, rivelò Stv, ha avuto una magnitudo di 2,3 ed è stata registrata in ben 30 stazioni di misurazione nel Sud della Svezia.

La prima esplosione è stata registrata alle 02:03 della notte di lunedì e la seconda alle 19:04 di lunedì sera e gli allarmi sulle fughe di gas sono arrivati ​​dall’amministrazione marittima rispettivamente alle 13:52 e alle 20:41 di lunedì, dopo che alcune navi avevano scoperto le bolle del gas in superficie.

Le coordinate delle esplosioni, ottenute da Svt, coincidevano la stessa area in cui sono state registrate le fughe di gas.

Lund escluse, fin da subito, che le deflagrazioni fossero legate a esercitazioni militari, come accaduto in precedenza.

Tutti elementi che per Coppe possono portare a scoprire persino la quantità di esplosivo utilizzato: “Infatti in  base alle frequenze si capisce se quell’onda viene da un esplosivo o da un terremoto. Avendo il tracciato e conoscendo la distanza dal sismografo al luogo dell’attentato  – rivela l’esperto geominerario – si può anche stabilire quanto esplosivo è stato usato”.

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