Nutriscore, il “no” di Lollobrigida: «Tutela chi produce e non chi consuma. La Ue lo sa»
«Non abbiamo avuto posizioni ufficiali, ma la nostra sensazione è che tutti abbiano la consapevolezza che il Nutriscore non possa essere uno strumento che garantisce appieno il consumatore finale e sia utile all’economia di questa nostra Europa». Lo ha detto il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a margine del Consiglio Ue. Il ministro ha avuto bilaterali con il commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e gli omologhi di Spagna, Austria, Polonia e Francia. «Abbiamo posto questo problema a tutti – ha spiegato -. Entreremo sul piano tecnico cercando di proporre un lavoro di informazione che sia più chiaro e approfondito e non uno strumento che tende ad avvantaggiare alcuni modelli e addirittura alcune aziende rispetto alla difesa del consumatore».
Il Nutriscore è un sistema di etichettatura francese
Il Nutriscore è un sistema di etichettatura fronte pacco inventato in Francia e in uso in alcuni Paesi europei. A giudizio di Lollobrigida, tuttavia, così com’è non serve a rendere edotto il consumatore quel che sta acquistando e, soprattutto, quel che mangerà. Da qui il sospetto che il Nutriscore serva a tutelare più chi produce che chi consuma. E questo, in un settore come quello eno-gastronomico, non dovrebbe essere neppure ipotizzabile. Occorrono più informazioni. «Un freddo spettro di colori a nostro avviso – conclude Lollobrigida – non porta da nessuna parte. Per quanto ci riguarda non è oggettivamente uno strumento utile». Il ministro non è solo ad avanzare dubbi sull’efficacia dell’etichettatura. Anche le associazioni di categoria si sono mosse in tal senso.
I dubbi delle associazioni di categoria
In una lettera inviata ai rappresentanti della Commissione Ue Frans Timmermans e Stella Kyriakides e sottoscritta, per l’Italia, anche da Confagricoltura, Federalimentare e Cia (Confederazione italiana agricoltori) si legge che l’etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione dovrà essere «semplice» ma «non semplicistica» – cioè «priva di giudizi di valore» – con «informazioni su calorie e nutrienti per porzione». Soprattutto, vi si legge ancora, dovrebbe «prendere in considerazione i criteri che guidano la scelta dei nutrienti e di altri componenti non nutritivi degli alimenti». Oltre che dalle associazioni di categoria, la richiesta di maggiori informazioni sul Nutriscore è arrivata da 23 eurodeputati, di cui nove italiani, aderenti a tutti i gruppi politici.