“Pace all’anima loro…”: Cacciari stronca le piazze pacifiste: “Non hanno idee né prospettive”
Non si sono ancora spente le polemiche sulle due manifestazioni pacifiste del fine settimana a Roma e a Milano, che piomba il giudizio di Massimo Cacciari a rivelarne la pochezza sostanziale. Durante un colloquio con l‘Adnkronos il filosofo che da anni, inascoltato, tenta di indicare gli errori di prospettiva della sinistra , del Pd in particolare, afferma: “Una manifestazione per la pace che non ha nessuna idea su come intavolare una trattiva di pace è solo una nobile aspirazione di anime belle… e pace all’anima loro!”. Una constatazione che ridicolizza gli intenti strombazzati dai partecipanti. Che hanno messo in evidenza solo la “guerra” delle piazze, con una sinistra di opposizione spaccata e in alcune. Per cui non usa mezzi termini il filosofo Massimo Cacciari, registrando tra l’altro la contestazione rivolta al segretario del Pd Enrico Letta presente al corteo. Un segretario dem che ha votato in Parlamento a favore dell’invio delle armi per l’Ucraina. Dunque, di cosa stiamo parlando? Cacciari mette il dito nella piaga.
Cacciari stronca le piazze: “Quale pace ? Non sanno neanche come formulare un trattato”
“La pace in concreto significa avere idee su cui trattare e una prospettiva di trattativa, con una serie di atti concreti: quali proposte di trattati di pace hanno espresso i nostri amici che hanno manifestato ieri per la pace? Concretamente, nessuna. E allora, la pace rimane una nobile aspirazione, ovviamente condivisibile: e qui finisce”, afferma Cacciari. La veemenza delle critiche ad Enrico Letta dimostra quanto il pacifismo fosse lontano da quella piazza, ed ha messo anche a nudo le troppe parti in commedia che il segretario dem ha recentemente scelto di interpretare.
Pace: “Non hanno neppure un’idea su come proseguire la guerra…”
Insiste Cacciari. Quanto al Pd, “certo che può avere una sua coerenza auspicare la pace e consentire con l’invio di armi all’Ucraina di resistere all’invasione russa. Ma fare la pace significa avere una proposta o almeno una idea concreta che si concluda con un trattato di pace. Se non sappiamo come formulare un trattato di pace, non c’è altro da fare che continuare la guerra fino alla vittoria o alla resa dell’uno o dell’altro contendente. Ma qui – osserva Cacciari – non c’è neppure un’idea su come proseguire la guerra…”.