Perché la Ocean Viking va a Marsiglia e le altre no: ora non è più scontato sbarcare in Italia
La Ocean Viking, “respinta” dall’Italia, è in navigazione verso Marsiglia. La Francia ha dunque accettato di farsi carico dei 234 migranti soccorsi dalla nave norvegese, che è una delle più grandi ed efficienti navi umanitarie. Il lungo viaggio verso Marsiglia la terrà per diversi giorni lontana dall’area di ricerca e soccorso al largo della Libia. Una situazione che crea un precedente per i Paesi di bandiera della navi o delle ong che le gestiscono. Portare tutti i migranti in Italia non sarà più così scontato.
Parigi non ha gradito la svolta italiana sui migranti poi accoglie una nave..
La giornata di ieri era iniziata con la linea dura del governo francese, che aveva criticato il cambio di passo dell’Italia sul fronte dei migranti. Una fonte del governo francese citata dai media d’Oltrealpe sosteneva che l’atteggiamento “inaccettabile” dell’Italia è “contrario al diritto del mare ed allo spirito di solidarietà europea. Noi ci aspettiamo altre cose da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europea”.
E, mentre la Commissione europea ricordava all’Italia che ha il dovere di garantire ai migranti l’accesso alle procedure per l’asilo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, respingeva con nettezza gli attacchi. “Non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Mentre il premier Giorgia Meloni dedicava un lungo post su Facebook alla questione. “In tema di sicurezza e contrasto all’immigrazione illegale, gli italiani si sono espressi alle urne, scegliendo il nostro programma e la nostra visione”. Poi in serata arrivava la svolta: la Francia accettava di farsi carico di una nave Ong, la Ocean Viking, e il governo saluta la “svolta” con soddisfazione…
La nota di Palazzo Chigi sulla Ocean Viking in Francia
“Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking”,recita una nota di Palazzo Chigi. “E’ importante proseguire in questa linea di collaborazione europea con gli Stati più esposti per la loro collocazione geografica – prosegue la nota – così da trovare una soluzione condivisa e comune, per fermare la tratta degli esseri umani e gestire in modo legale ed equilibrato il fenomeno migratorio che ha assunto dimensioni epocali. L’emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato, nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità”.
Perché Ocean Viking è andata in Francia e le altre no? I motivi tecnici
Differente rispetto a Ocean Viking il caso della tedesca Rise Above, nave piccola, con bassa capienza e inadatta a stare lunghi giorni in mare con tante persone vulnerabili. ha svolto l’intervento di soccorso sotto il coordinamento delle autorità italiane,non ha tentato di forzare il blocco ed è stata dunque “premiata” con l’assegnazione del “pos” a Reggio Calabria. Non c’è stata inoltre la selezione tra i vulnerabili da far scendere e gli altri da tenere a bordo. Sono sbarcati tutti e 89. Il braccio di ferro è proseguito per tutta la giornata, invece, a Catania, con la Geo Barents e la Humanity 1. La svolta quando ispettori del ministero della Salute sono nuovamente saliti a bordo della prima per rivalutare la situazione, dopo che Medici senza frontiere aveva segnalato le difficili condizioni dei 212 migranti rimasti sulla nave. Al termine i medici hanno deciso che il loro stato di salute era incompatibile con la permanenza a bordo.
Dalla Humanity 1 scesi migranti e non rifugiati: bengalesi, egistiani e pachistani
La Geo Barents ha avuto l’ok a far scendere le persone che non erano state considerate vulnerabili dopo la prima ispezione dei medici dell’Usmaf. La stessa cosa è successa qualche ora dopo con la Humanity One. Ieri notte sono sbarcati a terra al porto di Catania i 35 naufraghi di Humanity 1. I naufraghi sono bengalesi, pachistani e egiziani, quindi non fuggono da guerre. Sono stati trasferiti in autobus sul molo al quale è attraccata la nave Geo Barents. Qui avranno luogo le procedure di identificazione.