Pichetto Fratin: «In galera sindaci e quelli che lasciano fare. Confiscare le case abusive»
«Basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare» eventuali abusi edilizi. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ai microfoni di Rtl102,5, secondo cui, inoltre, il “disastro” di Ischia «sarebbe stato evitato se non avessero costruito nell’alveo e se fossero state fatte le opere di messa in sicurezza. Ci sono stanziamenti per quell’area previsti da dieci anni e oggi risultano solo a livello progettuale», ha ricordato. «Confischerei quello che è abusivo per valutare quello che è pericoloso», ha detto ancora il ministro, secondo il quale è necessario che «tutti facciano davvero il proprio dovere: da me all’ultimo amministratore».
La nota del ministero
Quella del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – secondo cui contro l’abusivismo edilizio “basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare” – «è una riflessione di carattere generale e non fa riferimento ad alcun amministratore in modo particolare». Lo si sottolinea poi in una nota del ministero guidato da Pichetto Fratin, aggiungendo che la dichiarazione «tantomeno si riferisce al commissario prefettizio che sta guidando in modo inappuntabile Casamicciola da quando è stata indicata dal Governo». Il ministro – si ricorda – «ha aggiunto: “io confischerei quello che è abusivo, e poi andrei a vedere caso per caso”. Secondo il ministro, infatti, “una cosa è condonare piccole inosservanze, che spesso le costruzioni si portano dietro da decenni. Altro sono i grandi abusi, le costruzioni in totale assenza di piani regolatori, in sfregio al paesaggio e alla sicurezza ambientale, che spesso vengono innalzate in una notte”».
«Abbiamo fondi stanziati da dieci anni ma non abbiamo le opere»
In un’intervista al Corriere della Sera ha detto: «Non si fanno i bandi e le gare, i funzionari hanno paura di firmare». «Abbiamo fondi stanziati da dieci anni ma non abbiamo le opere». «Gli errori locali si sommano a quelli globali. Questa combinazione provoca le tragedie che siamo costretti a vivere», dice Pichetto Fratin al quotidiano milanese. «Parlo di abusivismo, incuria del territorio, cattiva manutenzione delle infrastrutture e imperfetto utilizzo dei fondi per la tutela del territorio. E ora il clima sta cambiando, dunque deve cambiare l’approccio nel fare le opere», sottolinea. Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici, secondo il ministro, «è uno strumento pianificatorio di indirizzo per la individuazione degli interventi regionali che in quanto tale è stato sottoposto a Valutazione ambientale strategica».
Pichetto Fratin: «Quello che serve è fare le opere»
Il recepimento del parere, spiega Pichetto, «richiede significative integrazioni tecniche che le strutture del mio ministero con il supporto di Ispra, acquisiti i contributi delle Regioni, chiuderanno entro fine anno, glielo assicuro». «Quello che serve è fare le opere e noi a forza di piani, verifiche, confronti, monitoraggi e controlli abbiamo smesso di farle», secondo Pichetto. Rispetto al dato secondo cui l’Italia spende un euro di prevenzione ogni quattro in emergenza «lo capisce anche un bambino che bisogna quantomeno avviare un processo di inversione di quei dati. È l’impegno del nostro governo», assicura il ministro.
Pichetto Fratin: «I cittadini e le imprese non possono aspettare anni»
«L’Italia ha tantissime competenze nel pubblico e nel privato e ci sono sicuramente enti in difficoltà ma – secondo Pichetto – bisogna anche mettere quelle figure nelle condizioni che se firmano un atto non vengono poi perseguiti. Spesso c’è un problema di inutili complicazioni nei processi: per questo il mio dicastero ha messo in atto un processo di semplificazione. I cittadini e le imprese non possono aspettare anni prima di ottenere una autorizzazione. Gli amministratori non devono temere di mettere una firma».
Pichetto: «Sul gas l’Ue cambi idea o non votiamo»
Poi in un’intervista a La Verità affronta il tema dell’energia. «Sul gas l’Ue cambi idea o non votiamo». Il bilancio della Cop27 di Sharm el Sheikh viene definito in ”chiaroscuro” perché «se da un lato sono d’accordissimo sulla decisione di creare un fondo per danni e perdite, dall’altro lo stop ad approfondire il tema della mitigazione non è stato un dato positivo».
All’ultimo Consiglio energia, si ricorda, non c’è stato accordo sul price cap e la Commissione ha proposto un tetto di 275 euro al megawattora che, secondo Pichetto, indica «la buona volontà della Commissione che ha presentato agli Stati una proposta, frutto di una prima mediazione tra le diverse posizioni, spesso contrapposte. Per noi si trattava di una soluzione insufficiente, perché poneva condizioni che rischiavano di stimolare la speculazione invece di arginarla».
«Ottenuto che tutti gli Stati si impegnino a trovare un punto di convergenza»
Per questo in occasione dell’ultimo Consiglio energia, a Bruxelles, «l’Italia è stata alla guida degli Stati che si sono chiaramente opposti a quella soluzione ma, allo stesso tempo, ha chiesto con forza di continuare a lavorare per arrivare a una proposta più efficace e condivisa», afferma il ministro. «La cosa positiva è aver ottenuto che tutti gli Stati si impegnino a trovare un punto di convergenza. Certamente, se la proposta resterà invariata, non la voteremo».