Quegli applausi dei giornalisti a Draghi e l’ironia della Meloni: “Con me come siete assertivi” (video)
“Una legge di Bilancio non si presenta in 4 minuti”: il sapido siparietto di Giorgia Meloni con i giornalisti presenti alla conferenza stampa sulla manovra approvata nella notte dal Cdm, non è sfuggito ai telespettatori. Dopo una introduzione, il premier ha risposto ad un primo blocco di domande ma poi ha chiesto di poter andare per rispettare un appuntamento esterno. I giornalisi hanno protestato vibratamente, chiedendo di poter fare altre domande.
“Non mi pare si possa dire che non siamo disponibili. Mi ricordo che in altre situazioni siete stati molto meno assertivi, disponibili – ha spiegato la Melon i-. Mi dite di tagliare l’introduzione? Ma questa è una legge di Bilancio, penso che nessuno si aspetti che presentiamo una legge di Bilancio in 4 minuti. Siamo persone seria, le cose le voglio spiegare”. Una spiegazione che non è stata sufficiente.
Quegli applausi per Draghi negli incontri con i giornalisti
Di fronte alle voci alzate sdegnate, il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Ho il presidente di Confartigianato che sta aspettando me, gli spiegherò che altrimenti voi dite che non rispondo alle domande. Non mi pare siate stati così coraggiosi in altre situazioni”. A quel punto dalla sala più di un giornalista ha protestato. La Meloni ha aggiunto a quel punto: “So io a cosa mi riferisco”.
Quando i giornalisti facevano il tifo per Cottarelli
Meloni con ironia ai giornalisti: già dimenticato il trattamento riservato a Draghi
Qual è il riferimento della Meloni? Non serve una memoria di elefante per ritrovare i precedenti. I video su Youtube registrano applausi a scena aperta al predecessore di Giorgia Meloni. Mario Draghi, applaudito a scena aperta da molti di quei cronisti che oggi hanno protestato. Ad alcune conferenze stampa di Draghi è sembrato di assistere a un coro da messa cantata la notte di Natale. Tutti più buoni e nessuna domanda fuori dal copione.
Se poi si torna ancora più indietro nel tempo, è passato sotto silenzio l’atteggiamento di Giuseppe Conte, che da presidente del Consiglio trattò in malo modo un giornalista di Rtl, Alberto Ciapparoni, reo di avere fatto il suo lavoro in modo “assertivo”. In quel caso, l’attacco passò pressoché sotto silenzio: non intervennero nè l’Odg nè la Fnsi.