Rave party di Viterbo, parla il proprietario dei terreni: «Ho avuto danni per 300mila euro»
“Ho chiesto 300.000 euro di danni al Viminale per quella porcheria che mi ha devastato la tenuta. Li darò in beneficenza, alla Croce rossa”. A parlare è Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro nel viterbese, proprietario dei terreni occupati lo scorso agosto per il maxi rave dello sballo. Migliaia di giovani da ogni parte d’Italia e dall’estero. Che a partire dal 14 agosto si sono dati appuntamento nella zona del lago di Mezzano per una no stop di musica, droga, alcol, deliri e stupri. Il raduno, che ha paralizzato la Tuscia, si è concluso con la morte di un ragazzo di 24 anni.
Maxi rave a Viterbo, parla il proprietario dei terreni
Intervistato da la Verità racconta che, nonostante le centinaia di denunce, soltanto una persona sarà processata. Un albanese che si trovava in galera a Frosinone. Adurel Karafili, 35 anni. E gli altri? Camilli è ancora furioso sulla gestione dell’allora ministro Lamorgese. E ha poca fiducia nella giustizia. “Mi hanno comunicato che sarò parte offesa nel procedimento contro una sola persona. Ma c’erano 10.000 persone e io dovrei rivalermi solo su di lui? Un probabile nullatenente fra i tanti figli di papà che c’erano. E ai quali qualcuno ha permesso di entrare nei miei terreni? “. Parla di un processo farsa e accoglie soddisfatto il giro di vite sui rave party del governo Meloni. Con la norma attuale la sua vicenda sarebbe finita diversamente.
Solo un albanese a processo, una farsa
Ha subìto danni enormi per l’assalto dei 10mila raver. Furti di gasolio, delle batterie dei trattori, del latte.
Pecore morte. Disdette per l’agriturismo. “E abbiamo dovuto pure rimuovere spazzatura per giorni. Per non parlare dei danni all’equilibrio naturale dell’area”. Si sente abbandonato e punta l’indice su chi ha tollerato l’occupazione. “Per raggiungere l’azienda ci sono tre strade polverose lunghe diversi chilometri”, racconta a La Verità. “Su due lati sono stati fatti i posti di blocco. Ma uno degli ingressi è rimasto scoperto. Bastava mettere due camionette pure lì. E invece all’alba, quando gli operai mi hanno avvisato, i terreni erano già stati invasi”.
Danni incalcolabili. furti di trattori e gasolio, pecore morte
L’esito della vicenda è scandaloso: per la giustizia c’è un solo ‘colpevole’. Con la nuova norma voluta dal ministro Piantedosi sarebbe finita diversamente, sicuramente con il sequestro dei mezzi e qualche ‘colpevole’ in più da giudicare. “Avevano sette generatori con altrettanti impianti per migliaia di euro. Quel materiale andava sequestrato. Sono usciti con i camion”. Non è una questione di soldi, dice il proprietario dei terreni occupati e devastati. “È per mettere un argine a questi fenomeni, che ancora qualcuno difende”. A Laura Boldrini e a quelli che la pensano come lei dà un consiglio: “Il prossimo rave fateglielo fare a casa vostra”..