Rixi durissimo: «Il condono a Ischia? Ci fu una fortissima pressione dei 5S e di Di Maio»

29 Nov 2022 9:42 - di Giorgia Castelli
Rixi

«Noi avevamo la necessità di fare il decreto Genova e all’ultimo momento il M5S ha chiesto di inserire il condono di Ischia. Ci fu una fortissima pressione dei 5 Stelle. E per fare il decreto sul ponte abbiamo dovuto accettare quella parte». Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e sottosegretario, sempre al Mit, ai tempi del Conte I, governo gialloverde, racconta  la storia del condono di Ischia del 2018. «Tecnicamente  – spiega – fu Vito Crimi a seguire il provvedimento, da sottosegretario a Palazzo Chigi. Ma si spese soprattutto Luigi Di Maio, ponendola come condizione». E quando il quotidiano gli chiede “Di Maio in sostanza disse: o così o non votiamo il decreto Genova?”, lui risponde: «Esattamente».

Rixi: «Ero abbastanza perplesso sull’inserire quella norma»

Rixi spiega perché la Lega votò quel provvedimento. «Come in tutti i governi  – prosegue – si va a mediare. Io ero abbastanza perplesso sull’inserire quella norma. Non perché non ci fossero temi che andassero effettivamente approfonditi. Ci sono milioni di edifici in Italia che sono in sospeso tra l’essere definiti conformi alle norme o abusivi, per i procedimenti bloccati negli uffici. Ma erano due temi scollegati, il ponte e il condono».

Rixi: «Servono norme uguali per tutti»

Poi affronta il tema condono.  «Io lo vedrei come riordino, non come condono. Bisogna dare una priorità al governo. In Campania la situazione è oggettivamente complessa. Col fatto che la Regione ai tempi del condono di Berlusconi bloccò tutte le pratiche, noi abbiamo in alcuni casi realtà che in altre regioni sono state condonate e lì no. C’è stato un cortocircuito nel sistema, per cui è sullo stesso piano chi ha aperto una finestra e chi ha costruito l’ecomostro. Servono norme uguali per tutti, altrimenti c’è una confusione totale».

«Qualcuno ha utilizzato quel momento per sistemare altre cose»

In conclusione, gli chiede la Repubblica, “rivoterebbe il famigerato articolo 25 del decreto Genova, quello sul condono?” «Lo rivoterei per forza – risponde – altrimenti non si sarebbe ricostruito il ponte di Genova. Ma è stata una scelta parlamentare quella di accorpare l’emergenza in Liguria con il condono. Qualcuno ha utilizzato quel momento per sistemare altre cose. Quando si arriva a mediazioni governative, ci sono pro e contro. Ma anche senza quel condono – conclude – in assenza di lavori sulla montagna, la tragedia ci sarebbe stata lo stesso. Ne sono convinto».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *